Nabil Salameh

Nabil Salameh Nabil Salameh, Le mie poesie più belle, Nizar Qabbali, Jouvence

Nabil Salameh
traduttore con Silvia Moresi
Nizar Qabbani
“Le mie poesie più belle”
postfazione di Paola Caridi
Editoriale Jouvence
www.jouvence.it

“La poesia è la patria delle cose che si ribellano a loro stesse, e delle forme che rifuggono la propria forma”. Così Nizar Qabbani, poeta siriano, considerato tra i più importanti poeti del mondo arabo moderno, apre questa raccolta di poesie, per la prima volta tradotte in italiano. Una raccolta speciale perché frutto di una selezione compiuta dallo stesso Qabbani. Le mie poesie più belle raccoglie, infatti, i componimenti che il poeta definì le sue poesie-chiave, “quelle che lasciano dietro di loro domande…fiamme..fuoco…e fumo”.

Lettera a un uomo

Mio caro signore,
questa è la lettera di una donna stupida …
Le aveva mai scritto prima una donna stupida?
Il mio nome?
Può chiamarmi con un nome qualunque,
Rania, Zaynab, Hind o Haifa.
Mio caro signore, la cosa più banale che abbiamo sono
i nostri nomi.
Mio caro signore,
ho paura di parlarle dei miei pensieri,
se gliene parlassi, brucerebbero tutti i cieli.
Il vostro Oriente, mio caro signore,
sequestra lettere azzurre
e sogni dagli scrigni delle donne,
imprigiona le loro emozioni,
usa coltelli e mannaie per parlare di esse,
macella primavere, passioni e trecce nere …
Il vostro Oriente, mio caro signore,
fabbrica delicate corone d’onore
con i teschi delle donne …
Non mi critichi, mio caro signore,
per la brutta calligrafia,
perché mentre scrivo … c’è il carnefice dietro la mia porta
e fuori dalla stanza … le grida del vento e gli ululati dei
cani.
Mio caro signore,
Antar al-Absi è dietro la mia porta,
mi ucciderebbe se vedesse la mia lettera
mi taglierebbe la testa se vedesse le trasparenze dei miei
vestiti
o se solo esprimessi le mie sofferenze.
Mio caro signore, il vostro Oriente
assedia le donne con le lance,
elegge gli uomini a profeti
e seppellisce le donne nella polvere.
Mio caro signore,
non si annoi
di queste mie righe,
non si irriti
se rompo la boccia delle denunce sigillata da secoli,
se strappo il sigillo di piombo dalla mia coscienza,
se scappo dai sotterranei dell’harem,
se mi ribello alla mia morte, alla mia tomba e alle mie
origini
e fuggo dal grande mattatoio.
Non si annoi, mio caro signore,
se rivelo i miei sentimenti,
all’uomo orientale non interessano la poesia e i sentimenti,
l’uomo orientale, perdonate la mia insolenza,
non capisce la donna se non nel letto.
Le chiedo scusa, mio caro signore,
se ho attaccato il regno dell’uomo,
la grande letteratura, certamente, è quella scritta dagli
uomini,
l’amore è sempre stato una loro prerogativa,
e il sesso una droga a loro venduta
La libertà delle donne, nei nostri paesi, è una menzogna,
non c’è libertà al di fuori della libertà degli uomini!
Mio caro signore,
mi dica cosa vuole da me … per me è la stessa cosa:
mi vuole frivola, stupida, pazza o semplicemente cretina?
È indifferente,
perché se una donna scrive le sue pene
con la logica dell’uomo, è chiamata stupida …
E … non le avevo già scritto all’inizio della lettera
che sono una donna stupida?

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Nizar Qabbani, nato a Damasco nel 1923 e morto a Londra nel 1998, è uno dei massimi poeti arabi del ’900. La sua poetica di rottura rispetto ai vecchi canoni classici, focalizzata su temi come l’amore, il sesso e la liberazione femminile, riesce, ancora oggi, a ipnotizzare il pubblico arabo di ogni ceto. Durante la sua vita ricoprì anche molti incarichi diplomatici in paesi arabi ed europei. A Beirut, nel 1966, fondò la casa editrice Manshurat Nizar Qabbani con la quale pubblicò la maggior parte dei suoi lavori.

Nabil Salameh, cantautore e giornalista, è nato a Tripoli del Libano da rifugiati palestinesi. Dal 1998 al 2007 ha lavorato come corrispondente dall’Italia per al-Jazeera. È fondatore del gruppo Radiodervish, una delle realtà più affermate di World Music in Italia. Dal 2014 è docente di storia della musica araba al Conservatorio Nino Rota di Monopoli. Relatore in molte conferenze sulla cultura e sulla musica del mondo arabo, è attualmente anche membro del comitato UNRWA-Italia.

Silvia Moresi (1981), arabista e traduttrice, è laureata in Lingua e Letteratura araba presso l’Università degli Studi di Bari. Ha conseguito, a Roma, il diploma in Funzioni Internazionali presso la Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (S.I.O.I) con un lavoro sui diritti umani in Palestina. Nel 2010 il suo breve saggio sull’identità e la letteratura palestinese è risultato vincitore dei seminari organizzati dall’associazione Questioni di Frontiera. Dal 2009 insegna lingua e letteratura araba e civiltà arabo-islamica in scuole pubbliche e private.

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