Maurizio Vitta “Festival Filosofia”

Maurizio Vitta Maurizio Vitta, Festival Filosofia

Maurizio Vitta
“Festival Filosofia”

festivalfilosofia.it


Domenica 17 settembre 2017, ore 15.00
“Packaging”
O dell’apparenza
Sassuolo

Cosa c’è dietro la progettazione di un packaging di successo? L’imballaggio stesso diviene una forma di design e di promozione, come «pelle del prodotto», che da un lato annuncia e dall’altro nasconde l’oggetto, secondo una strategia di seduzione comunicativa.

Maurizio Vitta è stato docente di Storia e cultura del progetto nella Facoltà del Design del Politecnico di Milano e ha insegnato anche presso l’Accademia di Brera. Studioso di architettura e design, negli ultimi anni si è occupato dell’esperienza abitativa e della realtà multiforme dell’oggetto quotidiano. Tra i suoi libri più recenti: Dell’abitare. Corpi spazi oggetti immagini (Milano 2008); Il progetto della bellezza. Il design fra arte e tecnica dal 1851 ad oggi (Milano 2011); Le voci delle cose. Progetto idea destino (Milano 2016)


Maurizio Vitta
“Le voci delle cose”
Progetto Idea Destino
Einaudi Editore

einaudi.it

La cultura moderna ha ridotto la fitta presenza degli oggetti d’uso nella nostra esistenza quotidiana a due figure principali, la funzione e la forma, il corpo tecnico e il design. Ma la definizione è incompleta. In realtà, l’oggetto è la risultante di una serie di forze disparate, che in esso convergono, interagendo in profondità con la nostra storia. Questo libro prende in esame la realtà multiforme dell’oggetto quotidiano, all’inizio evocato dal bisogno, e poi via via immaginato nel desiderio, definito nella funzione, disegnato nel progetto, realizzato nella produzione, distribuito come merce, classificato nel comportamento di consumo, vissuto nell’uso, apprezzato nel godimento estetico e infine, non di rado, esaltato come bene culturale. Ciò che a prima vista sembrava una «cosa» inerte, si rivela dunque un essere proteiforme, generatore di energie semantiche, simboliche, estetiche, tecniche, economiche, culturali, fra le quali il problema della forma acquista valenze sempre diverse. Non è un «oggetto» quello che appare in questa prospettiva: è un evento, che si dipana dinanzi ai nostri occhi in una trasformazione continua, e che pure resta sempre inflessibilmente uguale a se stesso.

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