Matthias Wirz
“Riformare insieme la Chiesa”
Edizioni Qiqajon
Comunità di Bose
www.monasterodibose.it
Contributi di Hans-Christoph Askani, Jean-François Chiron, Pierre Gisel, Gottfried Hammann, Angelo Maffeis, Luciano Manicardi, Daniel Moulinet, Élisabeth Parmentier, Paolo Ricca, Saverio Xeres.
Il 2017 è quello delle commemorazioni dei cinquecento anni dall’inizio del movimento riformatore: il 31 ottobre 1517, infatti, un giovane monaco agostiniano e docente di sacra Scrittura, Martin Lutero, sulla base della sua esperienza di Dio scaturita dall’ascolto obbediente del vangelo, affigge alla porta della chiesa del castello di Wittenberg novantacinque tesi che contestano la pratica diffusa delle indulgenze e la fiducia che la chiesa e i fedeli ripongono in esse. Come scrive Paolo Ricca nelle pagine che seguono, “la chiesa del tempo predicava una grazia meritata; Lutero scopre che il vangelo cristiano è grazia immeritata”. Questa presa di coscienza afferra il monaco tedesco (e altri con lui e dopo di lui) al punto da portarlo a uscire dall’isolamento del suo studio, facendo nascere un ampio movimento: la riforma appunto, “nata da una Parola che non poteva restare fatto privato”. Tale movimento si tramuta ben presto in dispute, controversie e opposizioni, dalle quali sorgono pratiche e strutture ecclesiali rinnovate; nuove figure di chiese emergono così nel cristianesimo occidentale facendo nascere un variegato panorama dichiese evangeliche o, più precisamente, riformate, ma separate da Roma.
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Il movimento di riforma iniziato nel XVI secolo, così pregnante nella storia cristiana da essere comunemente designato come la riforma, non è stato tuttavia un evento unico e isolato. Il Cinquecento non è il solo secolo della storia della chiesa in cui si sono verificate aspirazioni alla riforma ecclesiale. Ci sono anzi stati molti tentativi di riforma lungo tutto il II millennio, alcune delle quali promosse addirittura dai capi stessi dell’istituzione: dalla riforma di Gregorio VII (XI secolo) fino a quelle auspicate nei nostri stessi anni da papa Francesco.
La riforma si delinea dunque come un’esigenza perenne della vita della chiesa, un desiderio e un movimento di ritorno al vangelo, una purificazione alla quale la comunità cristiana sente di doversi sottomettere continuamente, in modo da contrastare le forze mondane che sempre la seducono e la sfigurano. E questo movimento non è proprio delle chiese protestanti: anche la chiesa di Roma vi prende parte. Per dirla con Hans-Christoph Askani, nel suo saggio contenuto in questa raccolta: “Per essere fedele al suo essere e alla sua vocazione, la chiesa deve riformare (rinnovare) ciò che in lei rappresenta un allontanamento dalla sua essenza, dalla sua verità”; e paradossalmente questo movimento di trasformazione, di riforma, propria a tutta la chiesa, ha per “scopo di farla restare ciò che essa è” in profondità.
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