Matteo Nucci
“Festival della Mente”
La rete di Eros
festivaldellamente.it
Matteo Nucci e Valentina Carnelutti
Venerdì 1 settembre 2017, ore 19.00
La rete di Eros. Seduzione.
Eros è cacciatore. Spinge la selvaggina dentro le «reti senza uscita» di Afrodite. Lo scrisse Ibico in un carme, mentre Saffo meglio di tutti dipinse questa rete e le sensazioni di chi vi si trova dentro: occhi senza sguardo, orecchie che ronzano, sudore che scorre, tremito. Perché la rete degli aphrodisia, ossia i desideri afrodisiaci che confusero Elena di fronte a Paride e che fecero di Zeus un indomabile predatore, è una «trappola erta e irresistibile», come scrisse Esiodo parlando del dono inviato dagli dèi agli umani attraverso il vaso di Pandora. Platone lo giudicò allora il mezzo più potente fra quelli presenti all’interno dell’animo umano e per questo lo scelse: rete invincibile per conquistare i giovani e spingerli alla liberazione dell’anima. Ma come si libera un’anima intrappolata?
Sabato 2 settembre 2017, ore 19.00
La rete di Eros. Tradimento.
La rete di Eros diventa inestricabile o addirittura ferrea nel tradimento. Efesto, tradito da Afrodite e fradicio d’ira, costruisce la trappola in cui i due amanti restano avvinti. È un famoso racconto che gli aedi omerici cantavano. Ma la trappola incastra gli amanti o Efesto stesso? Quando Paride e Elena fuggono a Troia e Menelao arma l’impresa, traboccante di ira, è Afrodite a compensare Paride o è Afrodite a intrappolare Elena e Menelao in un’inarrestabile guerra? E quale rete opera attraverso l’ira di Medea tradita, quando intrappola la sua nemica e intanto intrappola se stessa nell’infelicità eterna? È il momento dell’ira e dell’orgoglio che secondo Platone può dare veramente senso alla liberazione di eros attraverso l’anima. Per rendere l’anima finalmente unita nella riconquista di sé.
Domenica 3 settembre 2017, ore 19.00
La rete di Eros. Riconquista.
Il passaggio attraverso la rete erotica è quello che i greci chiamavano poros, ossia il guado, il canale, l’espediente, la risorsa. Riattraversando il mare, Elena e Menelao trovano infine pace nella casa un tempo perduta, riunendosi in un amore che sembra animato dai desideri della ragione. È in un eros fatto di parole e persuasione che Era ritrova Zeus dopo i suoi innumerevoli tradimenti. L’espediente, il passaggio per uscire dalla rete o per rendere quella rete libera e viva, è il segno della ricomposizione perfetta. Poros è padre di Eros stando a un mito raccontato da Platone. E infatti secondo il grande filosofo soltanto quando eros ha attraversato tutta l’anima, dai desideri sensuali a quelli gloriosi e iracondi, fino a quelli razionali, eros stesso e l’anima in cui fluisce riescono finalmente a liberare il loro immenso potere conoscitivo.
Matteo Nucci è nato a Roma nel 1970. Ha studiato il pensiero antico e curato una nuova edizione del Simposio platonico (Einaudi, 2009). Tra i romanzi, Sono comuni le cose degli amici (finalista al Premio Strega 2010), Il toro non sbaglia mai (2011), pubblicati da Ponte alle Grazie, e Le lacrime degli eroi (Einaudi, 2013). I suoi reportage di viaggio e articoli di cultura escono regolarmente per Il Venerdì di Repubblica. Nel 2017 ha pubblicato È giusto obbedire alla notte (Ponte alle Grazie, finalista al Premio Strega 2017).
Valentina Carnelutti, attrice e autrice, quest’anno candidata al David di Donatello, è stata diretta da M. T. Giordana (La meglio gioventù), T. Angelopoulos (La polvere del tempo), P. Virzì (Tutta la vita davanti, La pazza gioia), C. Maselli (Le ombre rosse) e molti altri. È autrice di Sfiorarsi (A. Orlando) e del film ReCuiem di cui è anche regista. Ha inoltre diretto il documentario Melkam Zena in Etiopia e il videoclip Le conseguenze dell’ingenuità. Attualmente è impegnata nella scrittura del suo primo lungometraggio, Margherita.
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