Luigi Viva “Falegname di parole”

Luigi Viva Luigi Viva "Falegname di parole" Feltrinelli

Luigi Viva
“Falegname di parole”
Le canzoni e la musica di Fabrizio De André
Feltrinelli Editore

lafeltrinelli.it

Circolo dei Lettori – Torino
“Smisurata Preghiera”
Giovedì 10 gennaio 2019, ore 21
Luigi Viva presenta “Falegname di parole”
con Filippo Cosentino alla chitarra

circololettori.it

Quella di De André è una vita geniale, da ripercorrere attraverso la sua musica. Luigi Viva conduce questo viaggio in profondità tra il senso dell’ironia e del dramma che contraddistinguono l’artista, tra il suo coraggio e la misura, e anche attraverso le letture preferite e i suoi personaggi, appartenenti a un sottoproletariato che sfugge alla politica, anarchici e idealisti.Falegname di parole. Le canzoni e la musica di Fabrizio De André è l’incontro, a partire dal libro omonimo edito da Feltrinelli, con l’autore e Filippo Cosentino alla chitarra, giovedì 10 gennaio, ore 21 al Circolo dei lettori. Per inaugurare il ciclo, un’immersione nella poetica e nello stile di Faber, a tu per tu con i i semplici, gli sconfitti e l’attenzione per “gli ignorati e perseguitati dal potere”.

“Falegname di parole”
Questo libro è stato scritto ancora prima di Non per un Dio ma nemmeno per gioco e il lavoro fu condiviso con Fabrizio De André, che ebbe l’opportunità di vederlo e commentarlo con l’autore. Con questo secondo volume, riccamente illustrato, si completa così l’idea originaria di realizzare uno studio approfondito sulla vita del grande cantautore, sulla sua opera e il suo stile. Ed è come se si sentisse la voce stessa di De André: attraverso i suoi appunti, la sua calligrafia, le fotografie più intime, gli spartiti originali, i testi autografi con le sue correzioni e i suoi ripensamenti. In vista del ventesimo anniversario della morte, che ricorrerà l’11 gennaio 2019, un volume che si rivolge a tutti coloro che hanno potuto amare De André da vivo e ai tantissimi suoi giovani fan che desiderano ritrovarne le tracce. A loro questo progetto cerca di restituire tutta la genialità della sua arte e della sua vita irregolare, sempre “in direzione ostinata e contraria”.

“A me scrivere in rima viene molto facile. E le facevo quasi da un momento all’altro. La ballata dell’eroe l’ho fatta in cinque minuti, Bocca di rosa in due giorni. Per Marinella, che era già un po’ limata, ci ho messo qualche giorno di più. Ero anche abbastanza furbo da fare rime non abusate. Per La guerra di Piero, per esempio, mi era venuto di getto il verso ‘Dormi sepolto in un campo di grano’. Poi ho cercato sul rimario della lingua italiana cosa faceva rima con grano e ho scelto tulipano, che è una parola già di per sé evocativa di un certo paesaggio.” Quella di Fabrizio De André è una vita geniale, da ripercorrere attraverso la sua musica. Luigi Viva ci guida in un viaggio per conoscere in profondità l’equilibrio struggente fra il senso dell’ironia e il senso del dramma, il coraggio e la misura, le esperienze di vita del “falegname di parole” e le sue letture, i personaggi di un sottoproletariato che sfugge alla politica, e per questo vicini all’ideale di un’anarchia bonaria. E poi l’amore per i semplici, gli sconfitti e l’attenzione per “gli ignorati e perseguitati dal potere”. Questo libro è stato scritto tra il 1992 e il 1999, contemporaneamente a Non per un dio ma nemmeno per gioco, e il lavoro fu condiviso con Fabrizio De André, che ebbe l’opportunità di vederlo e commentarlo con l’autore. Con questo secondo volume, ricco di ricordi e testimonianze, si completa così l’idea originaria di realizzare uno studio approfondito sulla vita del grande cantautore, sulla sua opera e il suo stile. Ed è come sentire la voce di De André: attraverso i suoi appunti, la sua calligrafia, le fotografie più intime, gli spartiti originali, i testi autografi con le sue correzioni e i suoi ripensamenti. “Cantautore? Lo sono, sì. Ma è un termine vago, che non definisce nulla. Se proprio fa comodo un’etichetta, preferirei si dicesse trovatore.” Fabrizio De André

Luigi Viva è nato a Roma nel 1955. Nel 1974 ha iniziato la sua attività di conduttore radiofonico in una delle prime radio private romane. Nel 1989 pubblica Pat Metheny. La biografia, lo stile, gli strumenti (Franco Muzzio Editore), volume tradotto in Francia da Filipacchi nella collana di “Jazz Magazine”. Per Genova 2004 Capitale Europea della Cultura, scrive con Pino Petruzzelli lo spettacolo teatrale Il Viaggio di Fabrizio De André, messo in scena dal Teatro Stabile nella stagione 2004-2005. È l’ideatore e direttore del Progetto Conservatori per la realizzazione delle partiture integrali di tutta l’opera di Fabrizio De André. Tra le sue collaborazioni giornalistiche “Il Sussidiario.net”, “Raro!”, “Paese Sera”, “Ciao 2001”, “Il Tempo”, “Jam”, “Classic Jazz” e “Classic Rock”. Nel 2013 esce Pat Metheny. Una chitarra oltre il cielo (Stampa Alternativa) unica biografia esistente del grande chitarrista americano. Socio fondatore della Fondazione Fabrizio De André Onlus fa inoltre parte del comitato scientifico del Centro Studi Fabrizio De André presso il Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali dell’Università di Siena. Il 7 luglio 2018 a Bolzano, al Südtirol Jazz Festival, ha esordito con il nuovo reading Viva/De André. Per Feltrinelli ha pubblicato Non per un dio ma nemmeno per gioco. Vita di Fabrizio De André (2000) e Falegname di parole. Le canzoni e la musica di Fabrizio De André (2018)

“La città vecchia”
https://www.youtube.com/watch?v=XbYYuWAq84o

Nei quartieri dove il sole del buon Dio
non da i suoi raggi
ha già troppi impegni per scaldar la gente
d’altri paraggi
una bimba canta la canzone antica
della donnaccia
quel che ancor non sai tu lo imparerai
solo qui fra le mie braccia
E se alla sua età le difetterà la campetenza
presto affinerà le capacità con l’esperienza
dove sono andati i tempi d’una volta, per Giunone
quando ci voleva per fare il mestiere
anche un po’ di vocazione?
Una gamba qua una gamba là
gonfi di vino
quattro pensionati mezzo avvelenati
al tavolino
li troverai là col tempo che fa
estate inverno
a stratracannare a strameledir
le donne il tempo ed il governo
Loro cercan là la felicità
dentro a un bicchiere
per dimenticare d’esser stati presi
per il sedere
ci sarà allegria anche in agonia
col vino forte
porteran sul viso l’ombra di un sorriso
fra le braccia della morte
Vecchio professore cosa vai cercando
in quel portone
forse quella che sola ti può dare
una lezione
quella che di giorno chiami con disprezzo
pubblica moglie
quella che di notte stabilisce il prezzo
alle tue voglie
Tu la cercherai tu la invocherai
più d’una notte
ti alzerai disfatto rimandando tutto
al ventisette
quando incasserai delapiderai
mezza pensione
diecimila lire per sentirti dire
“micio bello e bamboccione”
Se ti inoltrerai lungo le calate
dei vecchi moli
in quell’aria spessa carica di sale
gonfia di odori
lì ci troverai i ladri gli assassini
e il tipo strano
quello che ha venduto per tremila lire
sua madre a un nano
Se tu penserai e giudicherai
da buon borghese
li condannerai a cinquemila anni
più le spese
ma se capirai se li cercherai
fino in fondo
se non sono gigli son pur sempre figli
vittime di questo mondo

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