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Luigi Forte “Berlino città d’altri”

Luigi Forte "Berlino città d'altri" Neri Pozza

Luigi Forte
“Berlino città d’altri”
Il turismo intellettuale nella Repubblica di Weimar
Neri Pozza

neripozza.it

Chiunque si aggiri oggi per le strade di Berlino scorge una città cosmopolita che a ogni passo si svela come uno strabiliante laboratorio di futuro. Certo, essa è anche un sito archeologico della modernità e delle sue tragedie. I fantasmi di un tempo riemergono con i loro nomi altisonanti, dal Reichstag al Brandenburger Tor, o con le memorie inestinguibili del quartiere ebraico, lo Scheunenviertel. Tuttavia Berlino continua a essere, come diceva il critico d’arte Karl Scheffler all’inizio del Novecento, una città destinata a diventare, mai a essere.
Le pagine di questo libro muovono dall’inizio di questo destino, dai primi decenni del Novecento in cui scrittori, artisti, intellettuali stranieri accorrono a Berlino e la trasformano nella metropoli weimariana che ospita e stimola grandi esperienze creative, il luogo d’incontro di sensibilità molto diverse, la scena su cui si proiettano esperienze contrastanti, un milieu di fantasie e utopie raccolte per le strade d’Europa.
Attraverso una narrazione che rivisita ogni genere letterario, dai romanzi agli epistolari, dalle poesie ai racconti, dalle riflessioni teoriche e filosofiche ai reportage, dal bozzetto all’elzeviro, Luigi Forte mostra l’affascinante mescolanza di impressioni, testimonianze, immagini, sensazioni sedimentate che fanno della Berlino di quegli anni una città d’altri.
Da Kafka a Robert Walser, da Roth a von Rezzori, da Crevel e Giraudoux a Auden e Isherwood, da Wolfe agli emigré russi Belyj, Šklovskij, Nabokov e Pasternak, fino a Marinetti e Pirandello, Berlino emerge in questa ricostruzione non solo come il simbolo problematico e affascinante di una modernità senza confini, ma anche e soprattuttocome lo spazio di una nuova cultura a cui inconsapevolmente contribuirono le voci così eterogenee dei molti scrittori europei.
Dall’immagine cangiante della metropoli tedesca traspare così il volto di quell’Europa che tentò invano di contrapporre all’apocalisse incombente la voce ormai fievole della ragione e della parola rigeneratrice.

Luigi Forte (Torino 1942), germanista, ha insegnato nelle università di Tübingen, Firenze, Bari e Torino. Studioso di letteratura moderna e contemporanea è altresì autore di una commedia sul poeta austriaco Nikolaus Lenau e di un radiodramma per Rai 3 su Thomas Bernhard. È membro dell’Accademia tedesca per la lingua e la poesia di Darmstadt. Collabora al quotidiano La Stampa e al settimanale svizzero Azione.
Tra le sue opere: Romanzo e utopia. Hermann Broch e la trilogia dei “Sonnambuli”, 1970; La poesia dadaista tedesca, 1976; Le forme del dissenso, 1987. Per la Biblioteca einaudiana della Pléiade ha curato l’edizione in due volumi delle poesie di Bertolt Brecht (1999 e 2005). Ha tradotto inoltre alcuni poeti, fra cui Günter Kunert (Annuncio del tempo, 1970), Wolf Biermann (Per i miei compagni, 1976), Michael Krüger (Di notte tra gli alberi, 2002).

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