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Lorenzo Trombetta “Quante guerre si combattono in Siria?”

Lorenzo Trombetta "Quante guerre si combattono in Siria?" Caffè dei Giornalisti

Lorenzo Trombetta
“Quante guerre si combattono in Siria?”
Il racconto giornalistico tra censura e fonti di guerra
Voci Scomode
Storie di chi sfida il potere


Il Caffè dei Giornalisti ospita le “voci scomode” Zakaria Abdelkafi e Raafat Alomar Alghanim, reporter siriani perseguitati, arrestati e costretti all’esilio: rifugiati a Parigi presso La Maison des Journalistes, continuano con il loro lavoro a denunciare la devastazione del Paese.
Con un obiettivo: infrangere il silenzio internazionale.

Torino, 28 novembre 2017
Campus Einaudi Aula E3 – Lungo Dora Siena 100 A – ore 10/13
Circolo della Stampa – Corso Stati Uniti, 27 – ore 18/20

La difficoltà di fare informazione libera in Siria è tutta nel commento di Reporter senza frontiere ai dati dell’ultimo rapporto, che indica il Paese come “il più letale per gli operatori dei media”: nel 2016 i giornalisti uccisi – molti dei quali in maniera deliberata – sono stati 74; meno che nel 2015 quando se ne contarono 101, ma solo perché è drasticamente aumentato il numero di quelli costretti alla fuga e di coloro ai quali è negato il visto d’ingresso governativo (che consente, peraltro, uno spazio di manovra estremamente limitato).

Ma la difficoltà è grande anche per i pochi, pochissimi giornalisti ai quali le autorità siriane concedono il visto, e sono quindi investiti della responsabilità di portare all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale il conflitto più difficile da raccontare, perché nel Paese non si combatte una sola guerra ma tante: sul palcoscenico siriano si muovono ribelli, esercito e milizie siriane; Hezbollah libanesi e milizie sciite straniere; Arabia Saudita, Iran e Israele; Stati Uniti e Russia. Senza dimenticare, ovviamente, la confinante Turchia, tra gli attori istituzionali più determinati nel volere la caduta di Bashar al-Assad, meta di milioni di profughi siriani che, entrati illegalmente per fuggire dalla guerra, vivono in condizioni difficili e quasi impossibili da documentare: è noto come il Paese sia “la più grande prigione al mondo di giornalisti”, sempre nelle parole di Reporter senza frontiere.

Partendo da queste premesse, le domande da porsi sono tante: essere una “voce scomoda” significa assumere il rischio della mancata veridicità della notizia o tacere se impossibilitati ad avere riscontri certi e oggettivi? Nell’impossibilità di ascoltare le versioni delle tante parti in conflitto, è possibile assegnare solo a qualcuna di essa un valore di sineddoche? In un contesto dominato dall’incertezza delle fonti, qual è il ruolo dei social network? Un eventuale accordo capace di giungere ad una soluzione della questione Siria nel suo complesso (non limitata, quindi, al solo “cessate il fuoco”) potrà condurre alla libertà di stampa? Soprattutto: come infrangere il silenzio internazionale su ciò che accade in Siria?

Proveranno a dare risposte gli ospiti del Caffè dei Giornalisti, protagonisti dell’edizione 2017 di Voci scomode “Quante guerre si combattono in Siria? Il racconto giornalistico tra censura e fonti di guerra”; l’incontro è strutturato in tre momenti:
apertura dei lavori a cura di Rosita Ferrato, presidente del Caffè dei Giornalisti, e Darline Cothière, direttrice de La Maison des Journalistes; definizione dello scenario a cura di Marinella Belluati, docente di Analisi dei Media, Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino; tavola rotonda “Siria: la frammentazione del racconto mediatico”, partecipata da Zakaria Abdelkafi e Raafat Alomar Alghanim, giornalisti siriani costretti all’esilio e ospiti di MDJ; Mazen Darwish, giornalista e avvocato siriano, fondatore del Centro siriano per l’informazione e la libertà d’espressione; Laura Tangherlini, giornalista e conduttrice di RaiNews 24; Lorenzo Trombetta, giornalista e arabista, corrispondente da Beirut per Ansa e Limes. Modera Giuseppe Acconcia, giornalista, scrittore e ricercatore in Medio Oriente.

Dopo l’apertura dei lavori a cura di Franca Roncarolo, direttrice del dipartimento CPS dell’Università di Torino, alla sessione prenderanno parte Rosita Ferrato, presidente del Caffè dei Giornalisti; Darline Cothière, direttrice de La Maison des Journalistes; Marinella Belluati, docente di Analisi dei Media, corso di laurea in Comunicazione Pubblica e Politica, Dipartimento di Culture, Politica e Società; Rosita Di Peri, docente di Politiche, Istituzioni e Culture del Medio Oriente, corso di studio magistrale in Scienze internazionali, Dipartimento di Culture, Politica e Società; Andrea Glioti, giornalista, collaboratore di Associated Press, arabmediareport.it.; Laura Tangherlini, giornalista e conduttrice Rai News 24; Lorenzo Trombetta, giornalista e arabista, corrispondente da Beirut per Ansa e LiMes per il Medio Oriente.

Rosita Ferrato
Presidente del Caffè dei Giornalisti
Giornalista, scrittrice e fotografa, è nata e vive a Torino. Ha collaborato con le testate giornalistiche Rai, Mondadori, Eco, Nuova società, Turin e Babelmed; con il periodico italo-rumeno Noua Comunitate e l’agenzia di stampa nazionale Redattore sociale. Dalle esperienze di viaggio raccontate nel blog www.rositaferrato.it sono nati “I tuffatori di Casablanca. Appunti sul Marocco”, “Albania, un piccolo mondo antico tra Balcani e Mediterraneo” e “Albania, sguardi di una reporter”; le mostre fotografiche “Marocco: il racconto, le immagini, i profumi”, “Primavera a Tunisi”, “Albania dopo il 1991” (in collaborazione con Aldo Pavan). Suoi i libri di costume “Le Piere”, “Le Divine”, “I Gagà”.

Darline Cothière
Direttrice La Maison des Journalistes
Laurea in Comunicazione e dottorato in Didattica delle lingue e delle culture, ha realizzato numerosi progetti di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema della libertà di espressione, in collaborazione con istituzioni francesi e internazionali.

Marinella Belluati
Docente di Analisi dei Media, Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino
Studiosa di comunicazione politica, pubblica e sociale, collabora con il Caffè dei Giornalisti sin dalla prima edizione di Voci scomode. Tra i suoi interessi di studio: la comunicazione interculturale, la comunicazione dell’Europa, il tema della gender politics.

Le “Voci scomode”

Zakaria Abdelkafi
Fotografo, regista e attivista siriano, rifugiato presso MDJ
Laureato presso l’Università di Al-Okhawa, come primo gesto di militanza nella resistenza civile siriana partecipa alla costituzione del “Consiglio dei Rivoluzionari di Salaheddine”, il quartiere che ha dato il via ai movimenti di ribellione contro il regime di Assad. Realizza, assieme ad un gruppo di amici, la sit-com di denuncia “Proibito in Siria”, un racconto di quotidiana devastazione trasmesso da una tv locale. Apprezzato fotografo di guerra, lavora per l’agenzia di stampa AFP; gran parte dei suoi scatti (spesso in mostra) sono dedicati alla Siria.

Raafat Alomar Alghanim
Giornalista e cameramen siriano, rifugiato presso MDJ
Cresciuto in Arabia Saudita, laureato in Media, trascorre due anni di carcere per avere espresso posizioni fortemente critiche nei confronti del regime saudita attraverso pubblicazioni e articoli sul suo blog e vari forum online; nel 2011 si unisce alla rivoluzione siriana, filma le violenze subite dai manifestanti e le denuncia nei suoi articoli. Dopo la detenzione presso l’intelligence fugge in Giordania: qui lavora come giornalista per l’emittente radiofonica Al-balad e vari siti d’informazione online; con una telecamera nascosta documenta quanto accade nel campo di profughi siriani “Zaatari”, provocando la dura reazione delle autorità locali. Nel settembre 2012 trova rifugio in Francia, dove continua a scrivere di Islam e Medio Oriente sul suo blog e per diverse testate arabe.

Mazen Darwish
Giornalista e avvocato siriano, fondatore del Centro siriano per l’informazione e la libertà d’espressione (SCMFE)
Arrestato per la prima volta nel 2008 a causa della pubblicazione di un reportage su Adra, città a nord-est di Damasco, è ufficialmente indicato come nemico del regime. Liberato, è stato in seguito nuovamente incarcerato: ha fatto notizia la sua detenzione cominciata nel 2012 e terminata dopo ben tre anni e mezzo. Darwish è vincitore del Guillermo Cano World Press Freedom Prize 2015, istituito dall’Unesco in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa che premia giornalisti e istituzioni che si distinguono nella lotta per difendere la libertà di espressione.

Giornalisti testimoni

Andrea Glioti
Giornalista e ricercatore esperto di Medio Oriente
Giornalista, studioso di media arabofoni, e redattore della versione inglese di SyriaUntold, una piattaforma giornalistica siriana nata nel 2012 per documentare la resistenza civile nel Paese. Nel corso degli ultimi sette anni ha collaborato con numerose testate internazionali (Associated Press, Foreign Policy, Al-Jazeera, Al-Monitor, al-Safir, al-Hayat) lavorando soprattutto nella regione mediorentale (Siria, Libano, Kurdistan, Emirati).

Laura Tangherlini
Giornalista e conduttrice di RaiNews24
Autrice di reportage e scrittrice, studiosa di lingua e cultura araba, appassionata di Siria. Al Paese ha dedicato due libri focalizzati sulle conseguenze umanitarie del conflitto: “Siria in fuga” (2013) e “Libano nel baratro della crisi siriana” (2014, co-autore Matteo Bressan). Il suo ultimo lavoro, “Matrimonio siriano” (2017), è un reportage in parole e video sul dramma di un Paese che conosce profondamente, un diario di viaggio da un matrimonio e, soprattutto, una raccolta di voci e testimonianze dei tanti profughi – in maggioranza bambini e donne – incontrati nei campi in Turchia e Libano. Il libro, corredato di documentario in Dvd, è una nuova finestra di verità; la donazione dei diritti d’autore è destinata a progetti di Terre des Hommes a favore dei bambini siriani che hanno bisogno di sostegno.

Lorenzo Trombetta 
Giornalista e corrispondente ANSA e LiMes per il Medio Oriente
Studioso di Siria contemporanea, da vent’anni basato nella regione e da 12 a Beirut, Libano, è autore di due monografie sulla Siria contemporanea. Al Paese ha dedicato la tesi di dottorato, discussa alla Sorbona di Parigi, incentrata sull’analisi della struttura del potere dominato dalla famiglia Asad. Arabista, dal 1998 ha vissuto per lunghi periodi a Damasco, dove ha perfezionato la conoscenza dell’arabo studiato alla scuola orientalistica di Roma. Giornalista professionista, dal 2005 vive stabilmente a Beirut. Dal 2016 è autore della rubrica “Lo Strillone di Beirut” sul sito della rivista italiana di geopolitica, dove assieme al collega Andrea Glioti analizza la situazione regionale alla luce dei commenti e degli editoriali apparsi sui media arabi. Dal 2014 è consulente sulla Siria per le Nazioni Unite e per diverse organizzazioni internazionali che si occupano di Siria e Medio Oriente. Come esperto dell’area ha partecipato ad audizioni, presentato relazioni presso commissioni del parlamento italiano e presso la rappresentanza in Italia della Nato.

http://vociscomode.caffedeigiornalisti.it

IL CAFFE’ DEI GIORNALISTI
caffedeigiornalisti.it

Fondato nel 2012 da Rosita Ferrato, il Caffè dei Giornalisti è un’associazione culturale al servizio della libertà di stampa e osservatorio dei cambiamenti geo-politici in atto nei paesi che affacciano sulle sponde del Mediterraneo. Ispirandosi a La Maison des journalistes, esordisce nel panorama culturale torinese portando all’attenzione dell’opinione pubblica le violazioni inflitte dai governi di tutto il mondo a giornalisti, fotoreporter e blogger “colpevoli” di fare un’informazione libera, democratica, approfondita e critica. Promuove incontri sulla libertà di espressione e il rispetto dei diritti civili e annualmente organizza Voci scomode, appuntamento dedicato alla libertà di stampa nel mondo e alle testimonianze dei giornalisti costretti all’esilio. In quattro edizioni (organizzate in partnership con La Maison des journalistes e il Dipartimento di Culture, Politiche e Società dell’Università di Torino) ha raccontato le “storie di chi sfida il potere” in Siria, Turchia, Africa, Arzerbaigian, Cecenia e messo in mostra il giornalismo esiliato.

MAISON DES JOURNALISTES
maisondesjournalistes.org
Nata a Parigi nel 2002 grazie all’impegno dei giornalisti francesi Danièle Ohayon e Philippe Spinau, offre rifugio a giornalisti esiliati o fuggiti dal loro Paese d’origine per aver perseguito la libertà di espressione. Dalla sua apertura, l’associazione ha accolto circa 300 giornalisti provenienti da 57 Paesi del mondo.

IL POSTO DELLE PAROLE
ascoltare fa pensare

ilpostodelleparole.it

Livio Partiti:
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