Vito Catalano
“La figlia dell’avvelenatrice”
Vallecchi Firenze
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“Sullo sfondo di una Sicilia di nobili e pezzenti, locandieri e assassini, un romanzo d’avventura che intreccia le contraddizioni dell’isola: luminosità della natura e oscuri intrighi degli uomini.”
Siamo in Sicilia, nel 1763. Il giovane Emanuele Rinaldi, studioso di scienze naturali, lascia Palermo e raggiunge la residenza del conte Paruta, nel cuore dell’isola, fra boschi e montagne. Scopo del viaggio è approfondire la conoscenza della fauna, ma il soggiorno non va secondo le previsioni. Il palazzo è avvolto da un’atmosfera malinconica e tetra. Il giovane si innamora ma deve affrontare pericoli e banditi, duelli e agguati, e sul suo cammino incontra intrighi e misteri da risolvere fino ad arrivare a una sconcertante verità.
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Così comincia:
“La mattina del 4 maggio 1763 mi svegliai all’alba con la schiena indolenzita. Mancava meno di un mese al mio ventunesimo compleanno e il letto della locanda del Castagno, scomodo e piano di parassiti, era il peggior giaciglio dove avessi mai dormito: meglio sarebbe stato sdraiarsi all’aperto, sull’erba.
Andai fuori per respirare l’aria fresca del mattino e feci una breve passeggiata. Quando rientrai per la colazione, il sole penetrava nel locale attraverso i vetri della finestra e la giovane cameriera dava una sommaria pulita al pavimento…”
Vito Catalano è nato a Palermo nel 1979. Negli ultimi quindici anni ha vissuto fra Italia e Polonia e ha pubblicato i romanzi L’orma del lupo (Avagliano editore, 2010), La sciabola spezzata (Rubbettino, 2013), Il pugnale di Toledo (Avagliano editore,2016), La notte della colpa (Lisciani Libri, 2019). Per i tipi di Vallecchi-Firenze nel 2021 ha pubblicato Il conte di Racalmuto.
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