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Valeria De Cubellis “I racconti dell’acqua”

Valeria De Cubellis. I racconti dell'acqua. Neos Edizioni.

Valeria De Cubellis
“I racconti dell’acqua”
Neos Edizioni

http://www.neosedizioni.it/

A cura di Valeria De Cubellis
Racconti di:
Rinaldo Ambrosia, Luca Borioni, Cambiaso & De Bastiani, Giovanni Casalegno, Enrico Chierici, Merilia Ciconte, Valeria De Cubellis, Elena De Los Rios, Rossella Di Marco, Anna Ferrari Scott, Consolata Lanza, Eva Monti, Floreana Nativo, Luisa Maria Ramasso, Caterina Schiavon, Anna Versi Masini, Elisabetta Violani.
Acqua. Da lei è nata la materia vivente e ne compenetra le fibre. Fonte necessaria e salvifica, a volte irrompe e distrugge. Circonda continenti scogliosi e delicati embrioni in formazione, culla i pensieri e le emozioni. Elemento primigenio, l’acqua nei diciassette racconti di questa antologia, avvolge il lettore con le sue declinazioni potenti e in movimento come un’onda del mare.

La sartina e la pioggia infinita, il libraio che non si rassegna, l’immortale sirena alchimista, il poggiolo vista mare per rinascere, la cinica assemblea comunale, i girini salvifici, la collezionista di acque, la misteriosa tuffatrice e gli scogli vertiginosi, la magia chimica del blu, l’acquasantiera illuminata, il prezioso dipinto riscoperto, lo scrittore e l’oceano furioso, la spiaggia che diventa set, la fuga adolescente, il diario nascosto, le storie che si riannodano.

Fra Venezia e le coste inglesi, Amalfi e la Senna, la Toscana e luoghi immaginari, attraverso atmosfere mediterranee, talvolta gotiche, sudamericane o, gli Autori hanno saputo dimostrare una creatività che, come l’acqua, riesce ad assumere mille travolgenti forme.

… Pioveva da otto mesi. Nel villaggio tutti avevano imparato a nuotare, compresi i bambini più piccoli; galleggiavano nelle culle come ranocchi, e le mamme li appendevano alle travi del soffitto quando volevano farli sgocciolare un po’. Le case erano decorate da ghirlande di funghi bianchicci lungo i bordi delle facciate, pesciolini argentei sguazzavano dietro le finestre del pianterreno, gli uomini pescavano i lucci nelle botole delle cantine. Nelle strade allagate sciami di barchette si spostavano da una casa all’altra. Il ticchettio della pioggia e lo sciacquio dei remi erano diventati il sottofondo della vita quotidiana.

Miriam, la sarta, cuciva seduta dietro l’abbaino della soffitta. Le sue mani scivolavano sulla stoffa umida, l’ago le sfuggiva sovente dalle dita bagnate. Era felice perché era innamorata e sapeva anche di essere ricambiata. Quello che stava cucendo era il suo abito da sposa, a ogni punto un sorriso segreto le allargava il viso. “Sposa bagnata, sposa fortunata” cantava il suo cuore…

(da Pioggia di Consolata Lanza)


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