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“Storia di un abito inglese e di una mucca ebrea”

Suad Amiry "Storia di un abito inglese e di una mucca ebrea" traduzione di Sonia Folin, Mondadori Editore

“Storia di un abito inglese e di una mucca ebrea”
di Suad Amiry
traduzione di Sonia Folin
Mondadori Editore

https://www.librimondadori.it/

Circolo dei Lettori, Torino
https://torino.circololettori.it/storia-di-un-abito-inglese-e-una-mucca-ebrea/
Mercoledì 28 ottobre 2020, ore 21:00
in streaming sul profilo facebook del circolo dei lettori e sul sito circololettori.it
presentazione del libro con Suad Amiry e Sonia Folin
aspettando scrittorincittà (Cuneo, 11-16/11)

http://www.scrittorincitta.it/
I posti sono limitati, la prenotazione è obbligatoria (chiama +39 011 8904401 o scrivi, specificando nominativi dei partecipanti e un recapito telefonico, a info@circololettori.it).

Palestina, 1947. Giaffa è una città viva di mercati, caffè, strade affollate, aperta sul mare pescoso e chiusa da distese immense di aranceti profumati. Subhi è un ragazzo che sogna di diventare il Miglior Meccanico della città. È in effetti un talento e quando riesce a riparare una pompa d’irrigazione, il ricco uomo d’affari che lo ha messo alla prova gli fa confezionare, in segno di riconoscenza, un abito inglese in lana di Manchester. Subhi è al settimo cielo e con quell’abito acquista una nuova consapevolezza di sé e della città in cui si muove, ma soprattutto immagina di indossarlo, malgrado il caldo, per fare colpo sulla ragazza dei suoi sogni, la giovanissima e bellissima Shams.

Peccato che non siano tempi facili, tanto più per le storie d’amore: gli inglesi, che da oltre vent’anni amministravano la Palestina, dichiarano concluso il loro mandato e finiscono con il fomentare le già forti tensioni tra gli ebrei sempre più numerosi e i residenti palestinesi. Nel 1948 arriva l’attacco deliberato, quello che fu chiamato Nakba, la catastrofe: le forze israeliane ben equipaggiate dalla Gran Bretagna bombardano Giaffa senza pietà, la occupano, la riducono a una città fantasma. Traditi gli accordi, sono disperse centinaia di famiglie, le abitazioni e gli aranceti sono espropriati, la vita quotidiana è sfigurata da uno stato di polizia. E in quel teatro di caos e di morte le giovani anime di Subhi e Shams, perduti l’uno all’altra, disegnano sulla mappa della Storia il loro destino, senza rassegnazione, illuminati dalla certezza di appartenere a una terra, alla gente che l’ha abitata, a una avventurosa speranza, che, come in un sogno, è di volta in volta l’apparizione di una mucca sfortunata, la morbida eleganza della lana di Manchester, o un coloratissimo volo di aquiloni.

Suad Amiry ha saputo ascoltare i veri protagonisti di questo racconto, ha saputo narrare con sapienza e humour una promessa d’amore, ha saputo mettere nel cuore di un ragazzino la meraviglia di esistere e ha intessuto tutto questo dentro una delle pagine più drammatiche e meno note del secolo scorso.

Suad Amiry è una scrittrice e un architetto palestinese, fondatrice del Riwaq Centre for Architectural Conservation a Ramallah, dove risiede. Nata a Damasco, ha vissuto tra Amman, Damasco, Beirut e Il Cairo, ha studiato architettura all’American University di Beirut e all’University of Michigan, specializzandosi infine a Edimburgo. Attualmente si muove fra Ramallah, New York e l’Umbria. Suad Amiry ha scritto Sharon e mia suocera (2003), a cui hanno fatto seguito Se questa è vita (2005), Niente sesso in città (2007), Murad Murad (2009), Golda ha dormito qui (2013) e Damasco (2016), tutti pubblicati da Feltrinelli. Ha vinto il premio internazionale Viareggio Versilia nel 2004 e il premio Nonino Risit d’Aur nel 2014.

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