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Silvia Turato “Squisita Luisa” Eugène Savitzkaya

Squisita Luisa

Silvia Turato
“Squisita Luisa”
Eugène Savitzkaya
Prehistorica Editore

https://www.prehistoricaeditore.it/

Silvia Turato ospite a “il posto delle parole”

“Occorre parlare dei piedi di Luisa col rischio di offenderli? Tutto il libello corre questo rischio che non è possibile evitare. I lunghi piedi di Luisa sono i più fini che conosca. La cui crescita si è sviluppata indipendentemente da tutti gli elementi del suo corpo, dato che tutti gli elementi del suo corpo sono potuti crescere secondo modalità proprie, slegando l’ossatura, allungando la testa, allargando le anche, variando l’iride come varia il sole. Per dare notizie di Luisa, si può solamente dire che il suo naso prende forma e che le sue orecchie crescono stando in allerta per il minimo fruscio di foglia.” Questo romanzo poetico, che l’autore compone per la figlia Luisa, fa da eco a Marino il mio cuor, dedicato al primogenito (e già pubblicato da Prehistorica Editore). Si tratta di una cronaca libera e senza date, che Savitzkaya scrive prestando la voce alla nuova creatura – una voce meravigliosa e inedita –, da cui solo può nascere un mondo originale. In una lingua visionaria e sorvegliatissima, al tempo stesso densa e limpida, forte e delicata, questo romanzo poetico può essere letto come una favola, quella dell’infanzia. Savitzkaya dedica molta attenzione all’aspetto sensibile del mondo che accoglie Luisa, la sua principessa, senza mai rinunciare a quella magia che da sola basterebbe a ricordare le origini russe dell’autore.

Il grande scrittore del piccolo e della materia, in una favola della nominazione degna di Puskin.

La prosa poetica della paternità.

“Savitzkaya è uno scrittore magnifico, raro: la sua opera è una foresta, con la rude corteccia e il folletto” Le Monde

Eugène Savitzkaya (Saint-Nicolas-lès-Liège, 1955) è uno scrittore belga di lingua francese. Figlio di emigrati (padre polacco e madre russa) sfuggiti alla guerra, l’autore rivela presto una forte tempra poetica, che gli vale importanti riconoscimenti, sia in Belgio che in Francia. Ha quindi l’onore di soggiornare presso Villa Medici, dove incontra Hervé Guibert, cui sarà legato da un’affinità elettiva e una profonda amicizia. Nel corso degli anni, dà prova di estrema varietà di ispirazione, spaziando dalla poesia al teatro, per arrivare al romanzo. La sua novellistica, secondo alcuni critici intrisa di un collante surrealista, viene indicata all’unanimità come punto focale della storia della letteratura europea: incarna il trait d’union tra i moderni e i postmoderni. In Francia è pubblicato dalle raffinatissime Éditions de Minuit. Questo testo gli è valso il premio POINT DE MIRE e il PRIX TRIENNAL DU ROMAN.


IL POSTO DELLE PAROLE
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