Conversazione di Livio Partiti con Sergio Claudio Perroni "Nel ventre", Bompiani.
SERGIO CLAUDIO PERRONI
NEL VENTRE
Illustrazioni di Velasco Vitali
BOMPIANI
Tre guerrieri e una donna. I tre sono Ulisse, Neottolemo ed Epeo,
condottieri achei divisi tra incanto e paura. Lei sembra una dea – anzi,
la più sensuale e umana delle divinità: Atena. Attraverso gli occhi in
ascolto di un semplice soldato, seguiamo le gelosie, le lotte e i dubbi
dei tre eroi mentre aspettano che il cavallo di legno in cui sono
nascosti raggiunga Troia e porti a compimento il destino. Un destino che
Atena, la donna-dea, sembra al tempo stesso illustrare e governare,
seducendoli con la sua malia, terrorizzandoli col sangue, svelando
l’inganno tra ciò che vogliono sapere e ciò che tentano di nascondere a
se stessi. In un susseguirsi di azione, emozione e invenzione, Nel
ventre racconta un mistero che ha radici nella notte dei tempi. E nel
farlo sviluppa in maniera poetica e spietata il tema dell’animo umano
più contemporaneo e flagrante, scisso tra la paura di morire e quella di
agire, quindi di vivere.
Sergio Claudio Perroni vive e lavora a Taormina. Per Bompiani ha pubblicato Non muore nessuno (2007), Leonilde, storia eccezionale di una donna normale (2010)
ascolta qui la conversazione
Nave è per loro il nome di tutto ciò che racchiude e conduca: nave è per la pioggia la nuvola, per i semi il vento, per la voce il canto. Ma più d'ogni altra cosa è nave il grembo delle donne, che naviga pregno di ciò che reca, e sembra si muova sui flutti anche se il vero mare lo ha dentro di sé.
Joaquim Pinto
"Gli occhi si aprono con la rassegnata stanchezza del frutto che si lascia cadere dal ramo. Si aprono sui resti di un sogno che conserva di sé soltanto l'impronta, svanita per intero ogni sostanza con l'atto stesso dell'aprirsi alla veglia, al vivere che irrompe nel sonno e divora le gesta, come le nuvole che di notte inghiottono il cielo e fanno carneficina di stelle. Si aprono sul silenzio immane di questa macchina d'ingegno, prodigiosa nave terrestre che avanza recando già dentro di sé il porto di approdo…"
IL POSTO DELLE PAROLE
ascoltare fa pensare
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è un piccolo grande libro, di quelli che hanno il posto fisso sul comodino.
Fai pietà!
buongiorno Annabella,
mi spiace leggere commenti di questo genere, così lapidari, senza una spiegazione. perccato, davvero. la invito, se crede, a commentare il libro. sarebbe un bell'apporto di parole-pensieri al nostro blog.
l'aspettiamo.
il posto delle parole
Mi permetto di commentare indignata dal commento della signora Annabella: a me il libro è piaciuto molto, l'intervista è stata condotta con semplicità e, come tutte le cose semplici, riesce a far immaginare il libro e l'autore senza artificialismi che spesso tolgono l'essenza del libro stesso. Se poi Annabella voleva riferirsi al signor Carlo, per cortesia, lo faccia altrove , non qui.
Ascolto la vostra trasmissione via web, ma credo sia un piccolo gioiello nel panorama radiofonico. Per quanto poco possa valere, continui così!
Perdono. Sì, ha ragione Carlo Maria... è un piccolo grande libro.
Saluti carissimi, Annabella