Sandro Cappelletto
Memoria Festival
memoriafestival.it
Venerdì 5 giugno 2020, ore 19:00
Mozart e il vaiolo
Con Sandro Cappelletto
Mozart affrontò per ben due volte il vaiolo: a 8 anni a Parigi non fu contagiato ma la seconda volta, a 11 anni a Vienna, rischiò di morire. Ripercorriamo, insieme al critico musicale Sandro Cappelletto, la storia del genio della musica e dell’epidemia che afflisse l’Europa lungo tutto il XVIII secolo.
Domenica 7 giugno, ore 11:00
L’arte, soltanto lei mi ha trattenuto – Beethoven e la sordità
Sandro Cappelletto dialoga con Mariangela Vacatello
La vicenda affascinante, dolorosa e ancora in parte misteriosa, di Beethoven che, nonostante la sordità, continuò a comporre musica. Riuscì a trasformare, in modo eroico e ancora oggi di esempio, la sua disabilità in una risorsa. Come? Lo scopriamo grazie al critico musicale Sandro Cappelletto e alla pianista Mariangela Vacatello
Memoria Festival
Memoria Festival. Il Memoria Festival raddoppia e si reinventa, realizzando uno spin-off digitale trasmesso sui canali social da venerdì 5 a domenica 7 giugno 2020, per anticipare l’appuntamento con il Pro-Memoria Festival, che si svolgerà dal 2 al 4 ottobre. Un percorso di avvicinamento verso l’edizione di ottobre, un vero e proprio raddoppio che sul web prende il via fin da subito attraverso rubriche e iniziative tematiche, in attesa di tornare a vivere la manifestazione, molto presto, in presenza
Sandro Cappelletto è nato a Venezia. Scrittore e storico della musica, ha pubblicato, tra l’altro, una biografia di Beethoven (Newton Compton 1986), un’analisi della Turandot (Gremese 1988), la prima biografia critica di Farinelli (La voce perduta, EDT 1995), un’inchiesta sugli Enti Lirici (Farò grande questo teatro!, EDT 1996) e il saggio Inventare la scena per la Storia del Teatro (Einaudi 2001). Autore di testi teatrali e per il teatro musicale, di programmi radiofonici e televisivi, è accademico dell’Accademia Filarmonica Romana e fa parte della commissione artistica della Scuola di Musica di Fiesole. Giornalista professionista, collabora con “La Stampa” e “Le Monde”.
Sandro Cappelletto
“Mozart. Scene dai viaggi in Italia”
Il Saggiatore
ilsaggiatore.it
Nel 1769 il tredicenne Wolfgang Amadeus Mozart si è già esibito davanti alle corti di mezza Europa nel corso di sfiancanti tournée in Austria, Francia, Germania, Inghilterra, Olanda, Svizzera. Il padre Leopold, tuttavia, è preoccupato: di enfant prodige ne nascono ogni anno e Wolfgang non è più un bambino. C’è bisogno di qualcosa di clamoroso, di eclatante, che suggelli il suo talento e faccia capire al mondo che non ha di fronte un musicista promettente, bensì un genio. Nasce così l’idea di un viaggio nella «patria della musica», l’Italia. Padre e figlio si mettono in cammino: attraversano le Alpi, soffrono il freddo in malconce taverne, le sveglie all’alba, gli spossanti trasferimenti in carrozza. Ma i giorni trionfali arrivano: Rovereto, Verona, Mantova, Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e infine Venezia; ogni tappa è un successo, la folla ai concerti a volte è tale che la carrozza non riesce a passare. La nobiltà si innamora del giovane musicista di Salisburgo, ospita i Mozart in lussuosi palazzi, paga generosamente le esibizioni. Wolfgang si guarda intorno, apprezza i paesaggi, scopre le città, conosce compositori e cantanti, assimila, rielabora, giudica. Scrive moltissimo: tre opere – Mitridate, re di Ponto, Ascanio in Alba, Lucio Silla -, i primi sette quartetti per archi, sinfonie, arie da concerto, musica sacra, il mottetto Exsultate, jubilate. E sente nascere dentro di sé nuove esigenze espressive, che nel giro di qualche anno esploderanno nei capolavori della maturità. “Mozart. Scene dai viaggi in Italia” di Sandro Cappelletto non è solo il racconto del viaggio di formazione di uno straordinario musicista. È anche la storia di un padre e un figlio che a mano a mano, tra incomprensioni e affetto, scoprono il loro rapporto. Delle contraddizioni di un uomo, Leopold, diviso tra l’ambizione personale e la consapevolezza della propria missione: far conoscere a tutti il miracolo del giovane Wolfgang, un bambino che ha saputo trasformarsi in uno dei più grandi artisti che siano mai esistiti.
IL POSTO DELLE PAROLE
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