Roberto Cazzola
“Un quarto di pera di Giulio Einaudi”
E altre memorie editoriali
Seb27 Edizioni
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Muovendo da un affettuoso e divertito racconto degli anni trascorsi accanto a Giulio Einaudi, e da una lunga esperienza presso Adelphi, l’autore riflette sugli obiettivi di un’editoria e una letteratura che sappiano conservare la memoria del passato e anticipare i tempi, che siano capaci di cogliere quanto ribolle nel sottosuolo della società e della psiche, e aprano così nuovi orizzonti. Saper leggere il mondo attraverso “libri necessari”, come quelli consigliati alle migliori case editrici da Roberto Bazlen (cui è dedicato un capitolo del libro), ci aiuta ad affinare la nostra sensibilità verso il nuovo che si annuncia e che non deve coglierci impreparati. Nelle loro opere rabdomantiche e anticipatrici, scrittori presaghi come Kafka, Benjamin o Dürrenmatt avevano già visto tutto. Ma chi seppe ascoltarli? Una letteratura e un’editoria consapevoli del loro valore civile ed etico assolvono a un compito conoscitivo, giacché «il romanzo che non scopre una porzione di esistenza fino ad allora ignota è immorale. La conoscenza è la sola morale del romanzo», come ci ricorda Milan Kundera.
Roberto Cazzola è nato a Torino nel 1953, già responsabile della germanistica per Einaudi e per Adelphi, ha insegnato all’Università di Vienna. Ha pubblicato (con Gian Enrico Rusconi) Il «caso Austria» da Einaudi, il volume di racconti La fedeltà da Marcos y Marcos, e i romanzi Lavati le mani, Elmar e La delazione (Premio Mondello 2010) da Casagrande. Collabora con il seminario Giustizia e Letteratura dell’Università Cattolica di Milano e con l’Associazione per la ricerca in psicologia analitica (Arpa). Ha partecipato al seminario Wertewelten presso l’Università di Tubinga e ai convegni della Fondazione Eranos di Ascona. Ha tradotto opere di Joseph Roth, Friedrich Dürrenmatt e Reiner Stach.
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