Raffaele Alberto Ventura “Radical Choc”

Radical Choc Radical Choc

Raffaele Alberto Ventura
“Ascesa e caduta dei competenti”
Festa della Filosofia, Roma

https://festafilosofia.tlon.it/

12 giugno – Politica del Desiderio – dalle 18.00 alle 22:00
La politica è quella dimensione in cui si esprime al massimo tutta la carica costruttiva e distruttiva di quell’animale che è l’essere umano. È nella sfera politica che il desiderio assume forme dai contorni ambigui, a volte inquietanti e al contempo rassicuranti. Ma il confronto con queste forme è lo snodo necessario e ineluttabile per poter iniziare a pensare e percepire quella libertà che solo se vissuta in comune può essere decisiva. Ne parleremo con Francesca Recchia Luciani, Raffaele Alberto Ventura, Marco D’Eramo, Nancy Bauer, Francesco Pacifico e Loredana Lipperini.

Raffaele Alberto Ventura vive e lavora a Parigi dove collabora con il Groupe d’études géopolitiques e la rivista Esprit. Il suo ultimo saggio, Radical Choc. Ascesa e caduta dei competenti(Einaudi 2020) segue i precedenti Teoria della classe disagiatae La guerra di tutti. Populismo, terrore e crisi della società liberale (minimum fax 2017 e 2019).


Raffaele Alberto Ventura
“Radical Choc”
Ascesa e caduta dei competenti
Einaudi Editore

https://www.einaudi.it/
Affidando le nostre vite agli esperti, ne siamo anche diventati dipendenti. È una storia lunga, la storia di come l’umanità ha ridotto l’incertezza del mondo delegandone la comprensione e l’amministrazione a un’élite di individui considerati «migliori». Il Novecento ha segnato il trionfo di questi operatori specializzati, mostrando la loro eccezionale capacità di assicurare decenni di sicurezza e sviluppo, finché qualcosa si è inceppato. Di fronte ai competenti si ergono oggi i loro nemici autoproclamati: chiamiamoli populisti, perché oppongono alla retorica della minoranza istruita quella del «popolo», ai radical chic un radical choc. La domanda che pongono è urgente e merita di essere presa sul serio: a cosa servono gli esperti se non garantiscono piú gli stessi rendimenti del passato? Come i cicli economici richiedono talvolta, per ripartire, la sostituzione drastica di un parco tecnologico obsoleto con macchine di ultima generazione, anche i cicli culturali hanno bisogno periodicamente di essere resettati e riavviati. Al prezzo, va sottolineato, di un rischio colossale: perché se in rari casi questa strategia di «distruzione creatrice» permette l’inizio di una rinnovata fase di crescita, piú spesso porta invece alla catastrofe. E se fosse giunta anche per noi la fine di un ciclo?


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