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PINO ROVEREDO

IL POSTO DELLE PAROLE

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CONVERSAZIONE

DI

LIVIO PARTITI

CON

PINO ROVEREDO

"MIO PADRE VOTAVA BERLINGUER"

BOMPIANI

 

“Continuo a scrivere papà, scrivere veloce, con la parola che attacca la
parola, la riga che rincorre la riga, con lo spazio che si accorcia, e
con le cose da dire che pretendono di essere raccontate.” È una
confessione al padre, questo libro. Un padre operaio-calzolaio
sordomuto, scomparso, ma che è ancora vivo nel ricordo e nelle parole di
chi ha preso la penna per fissarlo per sempre, per iscriverlo nei dati
sfuggenti della vita. È un padre, quello di cui si parla, che votava
Berlinguer, ma, prima che per una scelta ideologica, per la
consapevolezza che lui era “una brava persona”, e questo giudizio
continua a premere sulla realtà rimasta, di oggi, e a porre problemi. Un
buon padre, certo, anche se l’alcol era una delle sue debolezze. E un
figlio che ripercorre una sua vita di cadute e risalite, private e
pubbliche, alla luce del sole: un figlio che rivendica la sua terza
media, il suo operaismo, la sua irregolarità di scrittore, e che si
pronuncia sull’attualità rimpiangendo, ma a occhio asciutto, la “fatica”
di un tempo, la solidarietà. Fino a comprendere che se parliamo con i
nostri morti, essi non muoiono davvero, ma anzi, eccoli tornare qui, in
una danza che ci coinvolge tutti e ci fa capire che la memoria è vita.
Pino Roveredo in questo nuovo libro racconta se stesso più che mai. È lo
scrittore che ha molto vissuto, lirico, duro e puro.

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Pino Roveredo è nato nel 1954 a Trieste da una famiglia di
artigiani: il padre era calzolaio. Dopo varie esperienze (e salite) di
vita, ha lavorato per anni in fabbrica. Operatore di strada, scrittore e
giornalista, collaboratore del “Piccolo” di Trieste, fa parte di varie
organizzazioni umanitarie che operano in favore delle categorie
disagiate. Tra le sue opere, Schizzi di vino in brodo (2000), Ballando con Cecilia (2000), da cui lui stesso ha tratto una stesura teatrale rappresentata al Festival di Todi. Bompiani ha pubblicato Mandami a dire (2005, Premio Campiello, Premio Predazzo, Premio Anmil, Premio “Il campione”), Capriole in salita (2006), Attenti alle rose (2009). Caracreatura ha vinto il Premio Torre di Castruccio 2008. Attenti alle rose ha vinto i premi: La Lizza d’oro di Massa Carrara e il Premio “Giuseppa Giusti” di Monsummano.

 

ascolta qui la conversazione

 

PINO ROVEREDO

 

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così comincia:

Caro papà, finché ti scrivo vuol dire che sei vivo, e finché continuo a infilarti le parole dentro gli occhi vuol dire che ci siamo, che entrambi esistiamo…

Caro papà, a oggi, sono più di trent'anni che in punta di penna ti tengo in vita, disegnandoti l'ascolto, regalandoti la parola, il giorno che smetterò… saremo morti entrambi.

 

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IL POSTO DELLE PAROLE

ascoltare fa pensare

 

 

 

Livio Partiti: