Paride Candelaresi
Assessore alla Cultura di Asti
“Asti, Capitale di Cultura?”
Asti con le Langhe e il Monferrato Candidata a Capitale Italiana della Cultura 2025
Dove si coltiva la Cultura
È la città di Asti a contendersi la designazione di Città Capitale italiana della Cultura 2025.
Radici antiche, attaccamento alla terra e capacità di proiettarsi verso il futuro caratterizzano Asti con le Langhe e il Monferrato, Patrimonio Unesco.
Vigneti a perdita d’occhio, borghi, casali e cantine secolari, torri e castelli d’origine medioevale, il Palio più antico d’Italia che nel 2025 compie 750 anni, ma anche un valore culturale legato all’inventiva, alla laboriosità, al genio, a quel “saper fare” che ancora oggi identificano le genti astigiane, così come magistralmente canta Paolo Conte – “…per noi. Che stiamo in fondo alla campagna” – uno tra gli astigiani più famosi nel mondo.
Coltivare e crescere. Questa è la strategia culturale di ASTI 2025 ovvero mettere i giovani al centro, per favorirne la permanenza sul territorio e attirare nuovi talenti. Ed è a partire da questo claim che sono stati ideati e proposti oltre 170 progetti inseriti lungo 10 percorsi tematici costruiti all’insegna dell’inclusione sociale, sostenibilità ambientale, partecipazione e innovazione.
Asti guarda al futuro delle giovani generazioni richiamando anche il valore delle tante figure innovatrici che, attraverso le loro opere e imprese, hanno dato lustro a questa terra e l’hanno fatta conoscere oltre i propri confini. Asti è la terra natale di Vittorio Alfieri, a lui è intitolato il teatro cittadino, vero e proprio cuore pulsante del capoluogo che in queste settimane è stato anche il set de “La legge di Lidia Poet”, la fiction Netflix che vede come protagonista Matilda de Angelis nei panni della prima avvocatessa italiana. Un piccolo borgo della provincia di Asti, Castelnuovo Don Bosco, ha dato i natali a Don Bosco, “padre e maestro della gioventù” come lo definì Giovanni Paolo II. Ad Asti è nato anche Guglielmo Caccia detto il Moncalvo il pittore della Controriforma di cui nel 2025 ricorrono i 350 anni dalla nascita. Un Giro di Lombardia, tre Roma-Napoli-Roma, tre Giri del Piemonte e una Milano-Torino: sono questi i traguardi raggiunti dal Diavolo rosso del Monferrato, Giovanni Gerbi (classe 1855), un altro figlio di questa terra che fu uno dei primi ciclisti su strada, uno dei più popolari dell’epoca pionieristica di questo sport. In Piemonte, e precisamente a Torino, è custodita la Sacra Sindone, ma forse non molti sanno che dietro a quell’immagine c’è ancora una volta un astigiano, Secondo Pia, un avvocato e fotografo dilettante che per primo, nel 1898 l’ha immortalata in uno scatto che ora ne è l’immagine riconosciuta e uffciale. E naturalmente non possiamo non citare gli astigiani contemporanei: oltre al già citato Paolo Conte il giornalista Bruno Gambarotta e l’inviato Domenico Quirico, ricordiamo Giorgio Faletti, lo scrittore e attore scomparso quasi dieci anni fa che nel 2025 avrebbe compiuto 75 anni e che Asti omaggerà con un Premio a lui intitolato.
Asti con le Langhe e il Monferrato 2025, una candidatura che prende forza dalla sua Terra intesa come Madre, come origine della crescita e dei successi di un territorio e di coloro che la abitano, a cui mostrare riconoscenza. Non è un caso che nel 2001, in occasione di una visita al vecchio casale dove aveva vissuto la sua famiglia, Papa Francesco chieda di portare con sé un pugno di quella terra che ha sfamato i suoi avi e rappresenta l’origine della sua vita.
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