Conversazione di Livio Partiti con Paolo Piccirillo "La terra del sacerdote", Neri Pozza
PAOLO PICCIRILLO
LA TERRA DEL SACERDOTE
NERI POZZA
È notte e la ragazza corre nella campagna buia piú veloce che può, senza
voltarsi indietro. È finalmente riuscita a scappare dalla gabbia in cui
la vecchia la teneva prigioniera. Il vento gelido le taglia la faccia e
la terra brulla i piedi, ma quasi non se ne accorge, perché il dolore
delle doglie la rende insensibile a tutto il resto. La ragazza si
accascia, urla e partorisce, ma a quell’urlo di dolore ancestrale non
segue alcun pianto che annunci la vita. Lascia il bambino morto sotto un
albero e prosegue fino a un fienile dove spera di potersi nascondere e
riposare.
La ragazza non lo sa ma la terra su cui sta cercando
rifugio è conosciuta da tutti come “la terra del Sacerdote”. Agapito è
un uomo burbero e solitario, arido e secco come la sua terra, violento e
duro come l’inverno degli Appennini. Tanti anni prima aveva provato a
fuggire la povertà della sua terra, il Molise, emigrando in Germania; lí
era divenuto sacerdote ma ormai di quel saio e della promessa fatta
prendendo i voti è rimasto solo un soprannome.
Dalla Germania è
tornato con un segreto troppo grande e ha barattato il suo silenzio con
la terra su cui vive. Una terra maledetta che non dà frutti, morta come
la sua anima.
Quando Agapito scopre la ragazza nascosta nel fienile
si trova di colpo al centro di un affare molto piú grande di lui; la
ragazza è un’immigrata clandestina, portata con l’inganno dall’Est
dell’Europa e costretta a ripagare il passaggio in Italia in modo
disumano: rinchiusa come un animale in gabbia e utilizzata per partorire
figli da destinare all’adozione o al traffico d’organi. Agapito è
incuriosito da quella ragazza, tanto strana da riuscire addirittura a
far crescere qualcosa sulla sua terra e decide di non mandarla via ma di
subentrare ai precedenti “carcerieri” mettendo a disposizione della
malavita la sua casa e la sua proprietà come “allevamento” per questa e
altre ragazze.
Da quel momento Agapito si troverà di nuovo chiamato a
fare i conti con le proprie scelte e con la propria anima, o almeno con
quell’unico briciolo non ancora barattato con il pane e la
sopravvivenza quotidiana. Alla fine proverà a salvare una vita e non a
toglierla, come accadde in Germania, provando a dare tutto se stesso per
amore di qualcun altro. Le regole del potere però sono antiche e le
persone vivono da troppo tempo piegandosi alla legge del piú forte. È
cosí che una storia di sopraffazione e violenza non può trovare uno
sbocco pacifico solo attraverso una redenzione personale: anche la fede
in nuove possibilità deve sanguinare e lottare.
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