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Paolo Malaguti “Sillabario veneto”

Paolo Malaguti. Sillabario veneto. Bottega Errante Edizioni

Paolo Malaguti
“Sillabario veneto”
Bottega Errante Edizioni

www.bottegaerranteedizioni.it

Un viaggio sentimentale tra le parole venete che si fanno vive, diventano memoria, intimità, cultura di un popolo.

Le parole che ci accompagnano nell’infanzia, che veicolano carezze, sgridate, scoperte non dovrebbero mai essere dimenticate perché parlano di noi (e noi parliamo di loro) più di ogni altra parola che potremo apprendere in seguito, a scuola, sui libri, al lavoro. È da questa premessa che nasce l’urgenza di raccontare una terra attraverso le sue parole in modo da formare una geografia linguistica, che sfocia nella cultura di un popolo e di un territorio, che si fa concreta e diventa sostanza.
Un libro dove le parole generano storie, evocano immagini e persone, aprono porte inaspettate nella linea della trama.
Si inizia con Amia (zia, preferibilmente paterna) per arrivare a Zagheto (chierichetto), un cammino di scoperta e riscoperta che passa per l’eccesso d’allegria del Boresso, attraversa l’ovattata nebbia del Caigo, ascolta le voci delle riunioni serali del Filò e riflette su una delle parole più usate in Veneto: Schei. 

Ascolta la conversazione con Paolo Malaguti

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«Che, però, il parlare italiano fosse, nella mia famiglia, un’operazione in ultima analisi artificiale, razionale e composta, lo si capiva durante le frequenti sgridate. Allora la mamma, in barba ai suoi principi pedagogici, non gridava, ma sigava, e non menava sculacciate e scapaccioni, bensì manruersi, crogne, slepe, stramusoni e simili. Quindi, in ultima analisi, posso dire che il mio sedere ha imparato il veneto prima del mio cervello». 
Paolo Malaguti

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