Nicoletta Mongini, Chiara Gatta, Sergio Risaliti
“Monte Verità Back to Nature”
Edizioni Lindau
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Un viaggio alla ricerca della libertà, in un luogo dove respirare l’utopia e sognare un mondo diverso. All’alba del ’900, la colonia di Monte Verità, stanziata fra i boschi rigogliosi e le dolci colline affacciate sul Lago Maggiore, ha anticipato in modo profetico temi oggi vitali, fra ecologia dell’abitare ed ecologia dell’anima. I suoi fondatori sono stati pionieri assoluti del vivere bio e dell’eco-friendly, della cultura vegetariana e della cura del corpo in senso naturale.Monte Verità. Back to Nature nasce dalla mostra che il Museo Novecento di Firenze e la Fondazione Monte Verità di Ascona hanno dedicato a questa affascinante avventura, ai suoi ideali e ai tanti illustri personaggi che vi furono in diversa misura coinvolti. Dall’anarchico Kropotkin al coreografo Rudolf von Laban, dal dadaista Hugo Ball all’architetto del Bauhaus Walter Gropius, da artisti come Jean Arp e Paul Klee allo scrittore Hermann Hesse, dalla danzatrice Mary Wigman allo psicanalista Carl Gustav Jung, molti intellettuali videro infatti in questo luogo un buen retiro sospeso nel tempo e lontano dal dramma delle guerre e dallo scontro ideologico fra capitalismo e comunismo che stava scuotendo l’Europa. Culla di un’esistenza impostata su ritmi primigeni, Monte Verità divenne così il laboratorio di una contro-cultura alternativa al conformismo borghese e al pensiero dominante.
Questo libro raccoglie testi di approfondimento su temi centrali come la pratica vegetariana e i bagni di sole della Lebensreform, la nascita della teosofia e le espressioni libere del genio umano attraverso i linguaggi della danza, della pittura, della poesia, fino allo studio dell’architettura in rapporto con la natura del Monte, dal primo insediamento selvatico alle geometrie rigorose negli anni del Bauhaus.A cavallo fra Otto e Novecento, il Ticino diventò meta di visionari e sognatori che trovarono nella regione terreno fertile per piantare i semi di un’utopia, lontani dal mondo industrializzato, in cerca di un santuario per lo spirito. I fondatori della colonia giunsero dal Nord Europa nel 1900. Uniti da un ideale comune, si insediarono sul Monte Monescia, ribattezzato simbolicamente Monte Verità. Vestiti con gli indumenti «della riforma», lavorarono campi, costruirono capanne, rilassandosi con l’euritmia e i bagni di sole. Adoravano la natura, predicandone la purezza e interpretandola come un’opera d’arte ultima. Nel tempo, il Monte fu frequentato da teosofi, anarchici, psicoanalisti, scrittori e artisti. Acquistato nel 1926 dal banchiere Eduard von der Heydt, il Monte visse una seconda straordinaria stagione culturale, legata anche all’approdo dei maestri del Bauhaus. Oggi è proprietà del Cantone Ticino, gestito dall’omonima fondazione ed è un albergo, un centro culturale e congressuale. Il complesso museale include le capanne aria-luce Casa Selma e Casa dei Russi, Casa Anatta, sede della storica esposizione di Harald Szeemann Monte Verità. Le mammelle della verità, oltre al Padiglione Elisarion con il dipinto panoramico Il Chiaro Mondo dei Beati di Elisàr von Kupffer.
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