Massimo Spinelli
“Il serpente russo”
La minaccia che non abbiamo visto
Antonio Mandese Editore
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Spinelli è stato dirigente della filiale di Mosca di un’importante banca italiana, una posizione privilegiata che gli ha permesso di tracciare con grande lucidità e coraggio un dettagliato ritratto della Russia di oggi da un punto di vista politico e sociale. L’urgenza della scrittura nasce dal protrarsi della guerra in Ucraina e dal bisogno di prender coscienza di cosa sia diventata la Russia dopo le inevitabili trasformazioni seguite al crollo dell’Unione Sovietica, ricercando nella storia recente del Paese le ragioni profonde della politica estera aggressiva e militarista degli ultimi vent’anni.Il titolo del libro fa riferimento al famoso film di Ingmar Bergman, L’uovo del Serpente. Come dice uno dei personaggi chiave del film, “chiunque compia il minimo sforzo, può vedere cosa ci riserva il futuro; è come l’uovo di un serpente: attraverso la fine membrana si riesce a discernere il rettile pienamente formato”. Spinelli guarda in controluce l’uovo del “russismo” e ce ne mostra, con dovizia di dati, quello che non abbiamo visto, nonostante sia da anni sotto i nostri occhi.
Dopo il crollo del muro di Berlino e la caduta dell’impero sovietico, euforia ed entusiasmo, forse anche ingenuità, hanno spinto l’Europa a cercare relazioni autentiche con la nuova Russia. Ma la verità è che la Russia non ha mai saldato i conti con il proprio passato e aver considerato la dittatura comunista diversa, in termini di orrore, da quella fascista ha giocato a favore dei Russi e di Vladimir Putin, che hanno potuto costruire sulle ceneri di quella dittatura il sistema attuale. Un percorso durato vent’anni, in cui i Russi hanno ceduto spazio e il regime lo ha conquistato. Europa e Russia non condividono lo stesso prisma di valori, ci siamo ingannati quando abbiamo voluto credere il contrario. Mentre noi cercavamo relazioni e ci mostravamo vicini, la Russia era già in guerra con l’Europa, per dividerla.
Massimo Spinelli, manager di un’importante banca italiana con operatività internazionale, ha vissuto in Lettonia, Slovacchia, Ucraina, Romania e Russia. Già responsabile degli uffici di rappresentanza in Slovacchia e Romania, negli ultimi dieci anni ha vissuto a Mosca, dove ha diretto la sede russa della stessa banca. Ha scritto di Est Europa, Russia, Ucraina e Paesi dell’ex blocco sovietico per l’International Business Times e per la rivista L’Indro. Aver vissuto a lungo in Russia, gli ha consentito di osservarne i cambiamenti da una posizione privilegiata: la trasformazione del sistema sovietico, passato dal socialismo reale al capitalismo iper-consumista e il consolidamento del patto sociale tra regime, oligarchia e popolazione.
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