Maria Pia Baroncelli
“Tutta la vita all’ultimo banco”
Contro una scuola solo per studenti migliori
Zolfo Editore
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“Solo un ragazzo su tre fra chi ha smesso di studiare prima del diploma trova lavoro.Gli altri cosa faranno? Resteranno a casa finché i genitori li mantengono? E se i genitori perdessero il lavoro o diventassero più poveri, che ne sarà dei loro figli?”
Milano, 1964: Maria Pia inizia le elementari e trova una maestra che insegna a leggere e scrivere a tutte le quaranta bambine della classe. Milano, 2006: Antonio, suo figlio, alla fine della prima elementare non ha neppure imparato a contare. Arriva solo fino a tredici, poi si ferma. Lei si trasforma allora nell’“istitutrice segreta” di Antonio, a cui dà ripetizioni sulle infinite materie dei programmi scolastici. Lo fa anche visitare da un medico che gli diagnostica un disturbo di apprendimento. A questo punto Maria Pia si chiede se non ne soffra anche lei, visto che non ha mai imparato le tabelline e continua a fare errori di ortografia. Diagnosi confermata: in famiglia i dislessici sono due. Ma perché lei è riuscita persino a laurearsi, mentre suo figlio a scuola impara ben poco?
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Questo è il racconto delle avventure scolastiche dei due “asini” e si chiude con la famigerata didattica a distanza, nell’anno della pandemia. Antonio è riuscito a evitare la bocciatura evocata dai professori come salvifica: “Ti boccio per il tuo bene, così impari meglio!”. Eppure numerose ricerche dimostrano che nei Paesi in cui si boccia troppo i sistemi scolastici sfornano in realtà studenti meno bravi.
Cosa non funziona più, oggi, nella nostra scuola, riuscita nel compito di alfabetizzare il Paese durante il boom economico? È la domanda a cui cerca di rispondere il libro, che narra cinquant’anni di scuola italiana, vista prima con lo sguardo di una ragazza degli anni Sessanta, e poi con gli occhi della madre di un bambino del Duemila.
Maria Pia Baroncelli è nata a Milano, dove lavora nell’area Digital di un’azienda italiana. Costretta a iscriversi al liceo classico da un padre che la sognava esperta di lingue antiche, ha finito per scopiazzare le versioni di greco e latino dalla sua compagna di banco. Si è poi laureata in Economia Politica e oggi scrive (per passione) per il giornale online «Gli Stati Generali». Finora ha pubblicato con lo pseudonimo Viola Veloce.
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