Luca Mori
“Hannah Arendt”
Filosofia e politica dopo Auschwitz
Carocci Editore
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L’opera di Hannah Arendt prende corpo tra Europa e Stati Uniti, nello sforzo costante di comprendere gli eventi storici più rivelatori delle migliori possibilità e delle peggiori miserie della condizione umana. Riflettendo sul concetto di “politico” dopo Auschwitz, Arendt ha evidenziato i limiti dei precedenti tentativi di afferrarne il significato senza considerare che non l’Uomo al singolare, ma gli esseri umani abitano la Terra. La pluralità che Arendt ha in mente è quella che riesce a trovare piena espressione, attraverso discorsi e azioni, soltanto qualora esista uno spazio pubblico-politico in cui sia possibile condividere un mondo comune, come accadde, in modi differenti e per un breve periodo, nella polis democratica dell’antica Grecia e con il “nuovo inizio” della Rivoluzione americana. Dell’opera di Arendt il libro propone una ricostruzione dettagliata, attenta a cogliere motivi e modalità del suo profondo ripensamento del nesso tra filosofia, politica e storia, compiuto quando appariva ormai inesorabilmente spezzato il “filo della tradizione” risalente alla Bibbia e a Platone e Aristotele.
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Luca Mori
È ricercatore in Storia della filosofia nel Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa. Tra le sue pubblicazioni: Chance. Max Weber e la filosofia politica (ETS, 2016); Orbis pictus. Per una storia della filosofia dell’informazione (ETS, 2017); Paesaggi utopici. Un manifesto intergenerazionale sulla vivibilità (ETS, 2020); Cinetica della psiche. Cura di sé ed esercizi dei filosofi dal mondo antico al XVII secolo (ETS, 2021); Genitori con filosofia (Erickson, 2021).
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