Luca Bertolo
“Lo strano posto della religione nell’arte contemporanea” di James Elkins
Johan & Levi
https://www.johanandlevi.com/
A chi ama l’arte non sarà sfuggito un fatto tanto eclatante quanto poco dibattuto: l’assenza nelle gallerie e nei musei di arte contemporanea di opere genuinamente religiose, in cui il sentimento religioso non sia inquinato, cioè, da ironia o irriverenza. La frattura fra arte e religione non è effetto di una congiura del mondo dell’arte, ha radici profonde. Avviata per gradi durante il Rinascimento, si è accentuata nel XIX secolo fino ad arrivare a quel divario che oggi ci appare insanabile. Per ricucire lo strappo bisognerebbe smantellare il discorso su cui si è edificato l’intero progetto modernista.
Questo libro, in cui rigore e sperimentazione vanno a braccetto, rompe l’assordante silenzio che avvolge una questione particolarmente difficile da affrontare, tanto nei circuiti ufficiali dell’arte quanto nel campo dell’educazione artistica. Un silenzio che lascia gli studenti a coltivare la loro religiosità di nascosto, pena l’esclusione dal sistema. Forte della sua esperienza alla School of the Art Institute of Chicago, James Elkins affronta con innovativo pragmatismo un ginepraio di pratiche, opinioni e fraintendimenti, e sceglie cinque tra i suoi studenti a rappresentare altrettante posizioni di artisti: cinque racconti esemplari che tracciano una cartografia del travagliato rapporto tra religione e arte contemporanea.
Affinché l’abisso di incomprensione fra i due schieramenti possa colmarsi, come si augura l’autore, non basta la buona volontà di figure isolate, servono nuove forme di dialogo, conversazioni inclusive che lascino spazio al portato emozionale ed esperienziale dei partecipanti. Elkins va già in questa direzione, fornendo ad artisti, studenti, docenti e studiosi la strumentazione necessaria per iniziare un dibattito costruttivo e appassionante.
James Elkins
Storico e critico d’arte americano, docente alla School of the Art Institute of Chicago, è da sempre impegnato nella decostruzione dei canoni della storia dell’arte accademica attraverso una prospettiva critica originale e interdisciplinare. Si occupa in particolare di scrittura e di teoria dell’immagine. Tra le sue numerose pubblicazioni, La pittura cos’è. Un linguaggio alchemico (1998), Dipinti e lacrime (2001), Why Art Cannot Be Taught (2001), What Heaven Looks Like (2017), What is Interesting Writing in Art History? (2017) e Visual Worlds (con Erna Fiorentini, 2019).
Luca Bertolo è pittore. Ha vissuto a Milano, San Paolo, Londra, Berlino e Vienna. Dal 2015 insegna pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Tra le numerose mostre in istituzioni pubbliche e private si segnalano: Luca Bertolo, Mart, Rovereto (2018); Se non qui dove, MAN, Nuoro (2017); Oltreprima, Fondazione del Monte, Bologna (2017), Le Belle Parole, SpazioA, Pistoia (2017); Everybody Is Always Right, Arcade, Londra (2017); If Anything, Marc Foxx, Los Angeles (2016); Recto Verso, Fondazione Prada, Milano (2015); Il metodo. Ci interessa il metodo, GAM, Torino (2014); Figura 2: natura morta, GNAM, Roma (2013); La figurazione inevitabile, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato (2013); A Painting Cycle, Nomas Foundation, Roma (2012). I suoi testi sono apparsi su cataloghi monografici e riviste, tra cui «Flash Art», «Il Giornale dell’Arte», «exibart», «Artribune», «Warburghiana», «doppiozero», «Le parole e le cose», «ATP Diary».
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