Lorenzo Marone
“Le madri non dormono mai”
Einaudi Editore
https://www.einaudi.it/
Un bambino, sua madre. Due vite fragili tra altre vite fragili: donne e uomini che passano sulla terra troppo leggeri per lasciare traccia. Intorno, a contenerle, un luogo che non dovrebbe esistere, eppure per qualcuno è perfino meglio di casa.
Lorenzo Marone scrive uno struggente romanzo corale, un cantico degli ultimi che si interroga, e ci interroga, su cosa significhi davvero essere liberi o prigionieri.
Diego ha nove anni ed è un animale senza artigli, troppo buono per il quartiere di Napoli in cui è cresciuto. I suoi coetanei lo hanno sempre preso in giro perché ha i piedi piatti, gli occhiali, la pancia. Ma adesso la cosa non ha piú importanza. Sua madre, Miriam, è stata arrestata e mandata assieme a lui in un Icam, un istituto a custodia attenuata per detenute madri. Lí, in modo imprevedibile, il ragazzino acquista sicurezza in sé stesso. Si fa degli amici; trova una sorella nella dolce Melina, che trascorre il tempo riportando su un quaderno le «parole belle»; guardie e volontari gli vogliono bene; migliora addirittura il proprio aspetto. Anche l’indomabile Miriam si accorge con commozione dei cambiamenti del figlio e, trascinata dal suo entusiasmo, si apre a lui e all’umanità sconfitta che la circonda. Diego, però, non ha l’età per rimanere a lungo nell’Icam, deve tornare fuori. E nel quartiere essere piú forte, piú pronto, potrebbe non bastare.
«Miriam tornò ai suoi panni, e tolse l’aria dai polmoni con uno sbuffo. Il sole mattutino s’affaccendava a portare un po’ di calore, permetteva ai bambini di restare fuori a giocare, ma proiettava l’ombra delle sbarre sulla parete alla sua destra, sezionava il muro come fosse una scacchiera. S’appese alle spranghe e allungò l’esile collo, come a voler uscire da lí, lei cosí minuta, e si ritrovò sulle punte senza volerlo, da dietro pareva un puma pronto a spiccare il balzo. Pensò di andarsi a riprendere quel figlio cretino che a quasi dieci anni si lasciava sfottere da una mocciosetta e manco lo capiva. Invece vide qualcosa d’inaspettato, vide la bambina ridere ancora per le parole del suo Diego, e però subito dopo vide anche il viso di lui aprirsi in un gioioso sorriso, e poi in una fragorosa risata che liberò farfalle, una risata per lungo tempo attesa, che le tolse l’ombra dalla faccia e la spinse a donare al cielo, alle nuvole dense che soffocavano quel carcere tra i monti, un moto appena percettibile di labbra».
Lorenzo Marone è nato a Napoli, dove vive, nel 1974. Ha pubblicatoLa tentazione di essere felici (Longanesi 2015, Premio Stresa 2015, Premio Scrivere per amore 2015, Premio Caffè Corretto – Città di Cave 2016), che ha ispirato il film La tenerezza, diretto da Gianni Amelio; La tristezza ha il sonno leggero (Longanesi 2016, Premio Como 2016), da cui è stato tratto il film omonimo; Magari domani resto (Feltrinelli 2017, Premio Selezione Bancarella 2017); Un ragazzo normale (Feltrinelli 2018, Premio Siani 2018); Tutto sarà perfetto (Feltrinelli 2019), La donna degli alberi (Feltrinelli 2020, Premio Prata 2021) e il saggio Cara Napoli (Feltrinelli 2018). Per Einaudi ha pubblicato Inventario di un cuore in allarme (2020) e Le madri non dormono mai (2022). Nel 2021 ha pubblicato il racconto Il bosco di là all’interno della collana «Il bosco degli scrittori» di Aboca Edizioni. Ha una rubrica domenicale, «I Granelli», su «la Repubblica» di Napoli, e collabora con «tuttolibri». È tradotto in diciassette Paesi.
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