Liliana Nechita
“L’imperatrice”
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Così è al paese: le donne tirano su case impastando calce e pittando muri, i mariti appaiono loro in sogno dopo esser morti al mattino, tornando in bicicletta da casa di una prostituta.
Le famiglie si allargano e non sempre si amano, i fulmini possono prendersi i figli e i figli possono prendere treni per crescere altrove. Il comunismo è una promessa che si è esaurita presto in un orizzonte di povertà. A Bucarest le fabbriche producono bulloni al ritmo del progresso, ma subito fuori, nelle campagne, la vita ha il tempo delle stagioni, dei raccolti, delle leggende. Al paese si muore e si vive sotto il peso di un malocchio o d’una benedizione, o si sta legati a un albero come per pazzia. Lo sa bene Olga, che vive là da sempre, matriarca di una strampalata stirpe di cinque figli, due mariti, un amore giovane e biondo dietro al quale ancora si strugge. Olga che se avesse studiato di più sarebbe diventata imperatrice. È Elena, sua nuora, che dalla città vede ricorda e racconta tutto questo, vite minime di piccoli eroi in disuso e eroine qualunque sperse in un campo sotto il sole, esistenze in orbita attorno alla loro buona o cattiva stella.
Con una lingua incantata, comica e potente, capace di reinventare il mondo, Liliana Nechita allestisce una irresistibile saga famigliare in cui le parole hanno “effetti immediati e durevoli”, e ci ricorda perché ciò che abbiamo davvero amato non fugge mai troppo lontano da noi.
Liliana Nechita è nata nel 1968 in Romania e vive in Italia da più di 15 anni. Esordisce nel 2013 con un libro sul drammatico fenomeno migratorio delle donne e delle madri romene, Cireşe amare, che ottiene grande attenzione da parte del pubblico e della critica, pubblicato in Italia nel 2017 dall’editore Laterza col titolo Ciliegie amare. Nel 2013 le viene conferito il Premio Donna dell’anno per la promozione e la difesa dei diritti delle donne. Tra i suoi libri, caratterizzati da forti tematiche sociali e impegno civile, ricordiamo L’imperatrice (2016; prima ed. italiana fve, 2021), Bambole di fango (2019) e Piccola mamma (2020), suo primo lavoro scritto in lingua italiana.
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