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Laura Bocci “Mitologia d’infanzia”

Mitologia d'infanzia

Laura Bocci
“Mitologia d’infanzia”
Vallecchi Firenze

“L’infanzia è una costruzione a posteriori che dura una vita intera”

Uno sguardo all’indietro ed ecco riapparire il mondo di un’infanzia vissuta negli anni Cin­quanta del secolo scorso. Veri ricordi o co­struzioni immaginarie? In che misura questi si mescolino nell’inconscio nessuno può dir­lo, l’infanzia resta misteriosa e sta a noi darle una forma a posteriori. La bambina di ieri ha costruito la propria genealogia femminile sulle figure delle due nonne, dalle personalità opposte; con esse, si apre un intenso squar­cio sulle loro piccole storie private e sulla loro condizione ben prima del femminismo, tra sottomissione e albori di consapevolezza, ancora in pieno patriarcato rurale. I nonni invece prendono parte alla Grande Storia attraverso la guerra ’15-’18, il Fascismo e l’utopia anarchica, pur essendo, come tutti, solo delle vittime. Alla fine dell’infanzia, un segreto esploderà come una bomba, stravol­gendo i rapporti familiari. Pur tra durezze, difficoltà e contrasti, che lasciano tracce pro­fonde sull’esistenza della bambina, in seguito quelle figure faranno da fondamento a una vera e propria mitologia personale, Penati e Lari, a cui guarderà con partecipe pietas. La lingua toscana dei nonni, nelle singolari com­binazioni di forme linguistiche, a tratti buffe, rimane l’indelebile colonna sonora di questo film in bianco e nero.

Laura Bocci, germanista, traduttrice e autrice, è nata e vive a Roma. Ha tradotto opere della let­teratura tedesca tra la fine del ’700 e la metà del ’900 (Lenz, Hoffmann, Chamisso, Kleist, Bren­tano, Storm, ecc.). Nel 2005 ha ricevuto il Pre­mio Nazionale per la Traduzione del MIBACT. Come autrice ha pubblicato: Di seconda mano. Né un saggio né un racconto sul tradurre let­teratura (Rizzoli, 2004 – DMG ed., 2016), vincitore dei premi Vittorini e Rapallo Carige come opera prima, poi dei premi Argentario e Procida; Sensibile al dolore (Rizzoli, 2006); La Seconda India (Piero Manni ed., 2012) vinci­tore nel 2015 del premio Francesco Gelmi di Caporiacco per la Sezione “Dialoghi – La nar­rativa come casa comune oltre la soglia dell’e­silio”. Si interessa da sempre di psicoanalisi, autobiografia e collage junghiano.


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