“La danza della parola”
L’ironia come arma civile per combattere schemi e dogmatismi
Giulio Giorello
Mondadori Editore
www.librimondadori.it
“La danza della parola”
«Oggi dovremmo capire come servirci dell’ironia per difenderci dai pericolosi dogmatismi dell’epoca nostra. In particolare, dal dogmatismo dell’immediato che è appunto quello dei nostri politici, i quali, magari, non concepiscono che ci sia qualcosa come l’ironia.» Giulio Giorello, filosofo della scienza e matematico, si confronta con il tema dell’ironia, che definisce «un’arma di costruzione di massa»: di massa nel senso che può essere utilizzata da chiunque. L’ironia si dimostra capace non solo di smantellare intere fortezze, infiltrandosi con le sue domande impertinenti, ma di costruire lei stessa nuovi castelli, a patto che si sia consapevoli che questi sono dei veri e propri castelli in aria, così come sono di sabbia le fortezze che man mano gli esseri umani costruiscono nel tempo.
Ottimi esempi di ironia si trovano in quella combinazione di serietà e umorismo che ci è stata regalata dai fumetti, da Topolino, ai Peanuts a Tex. Ma anche in tante opere letterarie: dalla critica di Jonathan Swift alle pretese dei dotti di formare una corporazione di privilegiati nei Viaggi di Gulliver alla suprema ironia di Robert Musil, che nell’Uomo senza qualità descrive il protagonista come colui che aspira a quella stessa condizione ideale che il suo critico era così pronto ad attribuirgli, o ancora l’irriverente ironia di James Joyce, che prende di mira persino il buon Dio, che «ha scritto il folio di questo mondo, e l’ha scritto sbagliato».
Anche la scienza nei momenti creativi, quando cioè distrugge un paradigma costituito e comincia a costruire un’alternativa, usa l’ironia. Non solo, è capace di servirsene come strumento di alta retorica e di sottile comunicazione della novità. Non era ironico, forse, Giordano Bruno quando nella Cena de le Ceneri difendeva un universo «senza margine» contro il mondo chiuso di Aristotele?
Ecco allora disvelata tutta la potenza dell’ironia, che «nel solco di quell’Illuminismo che ha rappresentato un modello coraggioso di ricerca e di rispetto della verità, segnatamente della verità scientifica», si dimostra un’arma civile per combattere schemi, categorie e istituzioni rigide, grazie alle sue doti a un tempo distruttive e creative.
Giulio Giorello, titolare della cattedra di Filosofia della Scienza all’Università degli Studi di Milano, è nato in questa città il 14 maggio 1945. Si è laureato in filosofia nel 1968 e in matematica nel 1971. Ha insegnato in facoltà di Ingegneria (Pavia), Lettere e filosofia (Milano), Scienze (Catania), nonché al Politecnico di Milano e allo iuav di Venezia. Collabora con il «Corriere della Sera» e dirige presso l’editore Raffaello Cortina di Milano la collana Scienze e idee. Il punto centrale delle sue riflessioni è l’intreccio tra crescita della scienza e libertà intellettuale e civile; in questa prospettiva ha curato insieme con Marco Mondadori un’edizione italiana del saggio Sulla libertà di John Stuart Mill (il Saggiatore, 1981). Tra i suoi ultimi libri: Lussuria (il Mulino, 2010), Senza Dio. Del buon uso dell’ateismo (Longanesi, 2010), La filosofia di Topolino (con Ilaria Cozzaglio, Guanda, 2013), Noi che abbiamo l’animo libero. Quando Amleto incontra Cleopatra (con Edoardo Boncinelli, Longanesi, 2014) e, infine, Libertà (Bollati Boringhieri, 2015).
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