Ivana Castoldi
“Il linguaggio del silenzio”
Decodificare i suoi messaggi nella comunicazione affettiva
Feltrinelli Editore
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Il silenzio può essere davvero inquietante. Può generare ansia, imbarazzo, timori, nei casi peggiori incomunicabilità. Raramente lo associamo alla calma interiore, a un intimo benessere, all’ascolto e alla condivisione con il nostro prossimo.
Certo, ci vuole pratica per distinguere i messaggi del silenzio. Dobbiamo acquisire capacità di ascolto, di analisi e di comprensione dei propositi, delle aspettative e dei sentimenti che ci vengono tacitamente comunicati. In assenza di scambi verbali, vagliare stati d’animo, richieste implicite e intimi desideri di cui, spesso, non sono consapevoli neppure gli stessi depositari, è un compito impervio. Soprattutto in campo affettivo, contesto in cui fraintendimenti e incomprensioni possono arrecare danni incalcolabili. Occorrono una sensibilità affinata e una salda motivazione che alimenti il bisogno e la volontà di entrare in relazione con gli altri, così da scongiurare gli effetti dei silenzi sabotanti e penetrare, d’altro canto, nella profondità dei silenzi nutrienti.
Non tutti gli individui sperimentano un’esigenza ugualmente intensa di vicinanza e di intima partecipazione alla sfera affettiva altrui. Alcuni sono portati a una dimensione esistenziale più solitaria e usano il silenzio per entrare in contatto più profondo con se stessi, con il proprio mondo interiore. Altri lo utilizzano come meccanismo di difesa, di fuga o temporaneo blackout, quando si sentono incalzati da presenze e pressioni esterne.
In tutti i casi, sempre di comunicazione si tratta: il silenzio esiste come assenza di suoni, ma non può esistere come assenza di comunicazione. Ascoltiamolo.
Protezione, assenso, rabbia, paura, disperazione, cura, ascolto: dietro il silenzio ci sono molte ragioni, differenti manifestazioni, tanti equivoci.
In effetti, il silenzio ci parla in molti modi diversi. Spesso, è più efficace di tante parole e può aiutarci a stabilire con gli altri un contatto più coinvolgente e appagante; a volte, è la pietra tombale di un legame.
Saperlo interpretare e riempirlo di senso fa la differenza.
Dall’autrice del bestseller Meglio sole, un libro che declina le voci più comuni del silenzio per allenarci a riconoscerne le potenzialità e gli effetti nelle nostre relazioni con gli altri e in noi stessi.
Ivana Castoldi, psicologa e psicoterapeuta, ha operato per diversi anni presso il Centro per lo studio e la terapia della famiglia dell’Ospedale Niguarda-Cà Granda. Attualmente esercita la libera professione, alternando il lavoro clinico a quello di formazione. Ha pubblicato con Mondadori (insieme a Guido Burbatti): S.O.S. anoressia. Guida pratica per i genitori (1997), Il pianeta degli adolescenti (1998), In guerra con il cibo. Come prevenire l’anoressia (1999), e con Feltrinelli: Meglio sole. Perché è importante bastare a se stesse (2001), Narcisi. Uomini in crisi d’identità (visti dalle donne) (2003), Figli per sempre (2005), Riparto da me. Trasformare il mal di vivere in una opportunità per sé (2012, 2014), Se bastasse una sola parola. Piccolo dizionario delle emozioni (2015), Donne al bivio. Correggere la rotta e rimettersi in gioco quando non si hanno più vent’anni (2016), Le ragioni degli uomini. Ciò che ogni donna deve sapere per fare del partner il suo miglior alleato (2019).
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