Irene Facheris
“Noi c’eravamo”
Il senso di fare attivismo
Rizzoli Editore
www.rizzolilibri.it
Tante persone oggi si definiscono attiviste: per i diritti umani, per gli animali, per il clima. Ma che cosa vuol dire davvero fare attivismo? Perché lo si fa? E per chi? Irene Facheris si è posta queste e altre domande che vengono per lo più date per scontate e ha sviscerato il tema anche attraverso un questionario a cui hanno risposto 1150 persone. Ne è nato questo libro in cui si indaga il senso profondo dell’attivismo per risolvere le faide interne e rischiarare ombre e ambiguità che fanno spesso perdere di vista il vero obiettivo, ovvero il bene collettivo. Fare attivismo significa infatti agire avendo come fine il miglioramento della vita delle persone. Insomma, è necessario che ci sia un “noi” nello scopo che si persegue. Ma è sufficiente? E si può parlare di attivismo anche quando si prova a ottenere questo obiettivo senza confrontarsi, decidendo da sé quale sia la strada migliore per raggiungerlo? In altre parole, si può fare attivismo senza un “noi” anche nel processo? La riflessione presentata in “Noi c’eravamo” è un’operazione senza precedenti che, andando al nocciolo di un’attività fondamentale in una società libera, racconta come e perché avvicinarsi al mondo dell’attivismo e come e perché restare. Perché con l’attivismo ci curiamo di noi. E l’attivismo diventa la nostra cura.
Ascolta “Irene Facheris “Noi c’eravamo”” su Spreaker.
Irene Facheris, nasce a Milano nel 1989 dove studia psicologia. Oggi, esperta di gender studies, lavora come formatrice oltre a tenere incontri sulla parità in scuole, università e associazioni. È presidente di Bossy, un’associazione no profit nata nel 2014 allo scopo di fare divulgazione su temi quali stereotipi di genere, sessismo, femminismo e diritti LGBTQ+. Dal 2016 al 2019 ha tenuto su YouTube la videorubrica per ragazz* Parità in Pillole che ha dato spunto a questo libro. Il suo podcast su Spotify Palinsesto femminista è nella top 100 della classifica italiana. Nel 2020 è stata inserita dal “Sole 24 Ore” tra le 10 donne che hanno lasciato il segno, e dal “Corriere della Sera” tra le 110 donne dell’anno.
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