Gianfrancesco Zanetti
“Festival Filosofia”
Festival Filosofia, Carpi
Sabato 17 settembre 2022, ore 20:30
Lezione Magistrale di Gianfrancesco Zanetti
Vulnerabilità
Tra percezione e riconoscimento
Quale ruolo hanno i processi di percezione e di riconoscimento nel costituire, discriminare, supportare o rimuovere “vulnerabilità situate”?
Gianfrancesco Zanetti è professore di Filosofia del diritto presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, dove dirige il CRID – Centro di Ricerca Interdipartimentale su Discriminazioni e vulnerabilità. Ha insegnato anche presso l’Università degli Studi di Bologna, l’Hunter College, CUNY di New York, nonché presso l’Università della California a Berkeley. È stato visiting professor in numerose università americane. Studioso della tradizione aristotelica, sui terreni della filosofia del diritto e della filosofia politica si è occupato di uguaglianza ed autonomia individuale, dei rapporti tra diritto e morale, ricostruendo criticamente gli aspetti salienti del dibattito contemporaneo, soprattutto in area anglosassone. Tra le sue opere recenti: La nozione di giustizia in Aristotele (Bologna 1993); Vico eversivo (Bologna 2011); L’orientamento sessuale. Cinque domande tra diritto e filosofia (Bologna 2015); Eguaglianza come prassi. Teoria dell’argomentazione normativa (Bologna 2015); Manuale di filosofia del diritto. Figure, categorie e contesti (con T. Casadei, Torino 2019); Filosofia della vulnerabilità. Percezione, discriminazione, diritto (Roma 2019).
Gianfrancesco Zanetti
“Filosofia della vulnerabilità”
Carocci Editore
http://www.carocci.it/
Il volume mette a fuoco alcuni aspetti dell’intersezione fra la nozione di vulnerabilità e quella di percezione sensoriale. Quest’ultima non è mai neutrale, e in essa può fiorire sia la motivazione a discriminare le figure vulnerabili sia l’argomentazione che a tale discriminazione si oppone sul piano normativo. Lontano da ogni intento di rigida categorizzazione, il libro propone un possibile percorso argomentativo che collega ciascun senso a una figura della vulnerabilità: la “razza” è così associata a simbolismi visivi del colore e dell’occhio, e lo “straniero morale” è la figura che sfida le nostre capacità di ascolto. Attraverso la metafora dei cinque sensi, si giunge così a scandagliare alcune dinamiche culturali e giuridiche che orientano il rapporto tra percezione e discriminazione, e che si annidano in varie articolazioni sociali e istituzionali.
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