Gabriele Dadati “Nella pietra e nel sangue”

Gabriele Dadati Gabriele Dadati "Nella pietra e nel sangue" Baldini + Castoldi

Gabriele Dadati
“Nella pietra e nel sangue”
Baldini + Castoldi

www.baldinicastoldi.it

Pisa, primavera 1249. Un uomo cammina per le strade della città condotto per mano da un ragazzino. È cieco. Quando capisce di essere di fronte alla chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno, inizia a correre a testa bassa. Se la fracassa contro la facciata, sotto lo sguardo atterrito del suo accompagnatore. Muore così, in maniera atroce, Pier delle Vigne, che fino a poche settimane prima era l’uomo più potente della corte di Federico II. Ma l’imperatore ha scoperto il suo tradimento, l’ha spogliato di ogni ricchezza e l’ha condannato.

Roma, oggi. Dario Arata, giovane dantista, si mette sulle tracce di quella vicenda. Perché Pier delle Vigne tradì il suo signore? E soprattutto: se una volta accecato fu lasciato libero, perché si uccise? Forse voleva scappare da qualcosa di ancora peggiore. Anche se è difficile immaginare cosa. Dario ci prova a partire dagli antichi commenti al XIII Canto dell’Inferno, dove Pier delle Vigne sconta la sua pena tra i suicidi. Inizia così un viaggio attraverso i secoli, con la sensazione che ci sia un segreto spaventoso da svelare.
Nella pietra e nel sangue è insieme romanzo storico e giallo letterario, in cui passato e presente si intrecciano fino al gran finale. Ma è anche una scanzonata storia d’amore dei nostri tempi. Quella tra Dario e Lucia, che sanno starsi accanto di fronte agli orrori della storia.

Gabriele Dadati (Piacenza, 1982) ha pubblicato vari libri, tra cui Sorvegliato dai fantasmi (2008), finalista come Libro dell’anno per Fahrenheit di Radio 3 Rai, e Piccolo testamento (2011), presentato al Premio Strega l’anno seguente. Nel 2009 ha rappresentato l’Italia nel progetto «Scritture Giovani» del Festivaletteratura di Mantova.

Gabriele Dadati “L’ultima notte di Antonio Canova” Baldini + Castoldi
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Gabriele Dadati “L’ultima notte di Antonio Canova”

«Di quanta bellezza era stato dunque padre traendola dal marmo, fertile come nessun altro prima e nessun altro mai in seguito.»


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