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Enrico Montrosset “Pier Paolo Pasolini. Fuori Quadro”

Pier Paolo Pasolini. Fuori Quadro.

Enrico Montrosset
“Pier Paolo Pasolini. Fuori Quadro”
Il cinema in forma di poesia

Enrico Montrosset, curatore della mostra “Pier Paolo Pasolini. Fuori Quadro”

Fino al 6 marzo 2022, il Castello Gamba di Chatillon ospita la mostra Pier Paolo Pasolini Fuori Quadro – Il cinema in forma di poesia.

L’evento è promosso e organizzato in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino, in occasione del centenario dalla nascita del celebre poeta, sceneggiatore, attore, regista e drammaturgo italiano nato a Bologna il 5 marzo 1922 e morto a Roma il 2 novembre 1975.

All’interno delle sale del castello saranno esposti alcuni suggestivi scatti d’autore: foto di scena e di set in un’alternanza di visto e non visto, di campo e fuori campo, di quadro e fuori quadro. La mostra intende così dare forza all’idea del visibile contemporaneo di cui Pasolini ha contribuito a definire forme, margini e logiche.

Le immagini presentate sono il risultato di un progetto più ampio realizzato nel 2006 dal Museo del Cinema di Torino, in collaborazione con la Cineteca di Bologna e il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. La condivisione è il frutto di un pensiero che sollecita la promozione del Museo e delle sue collezioni in ambito regionale, nell’ottica di attrarre un pubblico sempre più ampio verso registi indimenticabili.

Castello Gamba
Per offrire all’amatissima sposa Angélique Passerin d’Entrèves la possibilità di trascorrere lunghi periodi all’anno vicina agli affetti della famiglia di origine, che risiedeva nel castello di Châtillon, il barone torinese Carlo Maurizio Gamba, decise di costruire una nuova dimora nella stessa località, sulla balza rocciosa denominata Crêt-de-Breil.

Il progetto fu affidato all’ingegnere Carlo Saroldi, torinese di nascita ma « valdôtain de cœur », cui spetta anche la ricostruzione, negli stessi anni, della chiesa parrocchiale di Châtillon.

Iniziato nel 1903, data incisa sul fronte nord dell’edificio e concluso nel 1905, il «grandioso palazzo in pietra nello stile del principio del Seicento»– così come viene descritto in una delle prime guide turistiche della Valle d’Aosta – era munito di tutti moderni comfort, tra cui persino un ascensore, il primo installato nella regione. Il salone di ingresso, con la boiserie decorata da motivi a pergamena e il camino in pietra sul quale è dipinto lo stemma dei proprietari.

Un destino avverso avrebbe infranto i rosei progetti di vita di Angélique e Carlo Maurizio. Colpita da un male incurabile, forse aggravato dal dolore per la perdita della figlioletta Irene, Angélique si spense appena trentasettenne nel 1909, mentre il marito morì improvvisamente, in questo edificio, il 2 dicembre 1928.

In mancanza di eredi diretti, il castello pervenne ai Passerin d’Entrèves, che nel 1982 lo vendettero alla Regione autonoma Valle d’Aosta.

Un importante intervento di restauro, finalizzato a trasformare l’edificio storico in nuova sede museale, che oggi ospita la ricca collezione di arte moderna e contemporanea regionale, è stato curato dalla Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Regione autonoma Valle d’Aosta.

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