Elisabetta Pieragostini
“Tutta la vita che posso”
Giraldi Editore
Cosa può sconvolgere la vita di una coppia collaudata che della normalità ha fatto il proprio porto sicuro? Tutto. Un messaggio, il passaggio di persone, le altalene del cuore e dei sensi che si intrecciano a bugie e a mezze verità. Giulia ed Edoardo dovranno fare i conti con il tempo e la vita che cambia. Soprattutto Giulia, quando si renderà conto che è arrivato il momento di cercare tutte le tessere mancanti del puzzle della propria esistenza. Ad aiutarla ci saranno amiche, vecchie e nuove, una nonna acquisita, e tutte le donne che in punta di piedi le insegneranno, spesso inconsapevolmente, che vale sempre la pena lottare con tutta la vita che si può, anche quando il destino ha emesso condanne che sembrano inestinguibili. Non si può tornare indietro ma si può ricominciare ogni giorno.
A volte è necessario morire e rinascere. Ogni abbandono, con gli insulti e le scorie che lascia sulla pelle e fin dentro le viscere, non è altro che l’origine faticosa di un’esistenza in lotta per ricominciare e farsi nuova. È il lietmotiv di “Tutta la vita che posso” (Giraldi Editore) intenso romanzo, storia vorticosa e delicata capace di attraversare con profondità e spessore narrativo, il tradimento e il dolore della perdita. L’ ansia di ricomporre un amore spezzato e la tenacia di riguadagnare il gusto d’appartenersi pienamente, di riassaporare una libertà ormai sconosciuta. Sono i poli opposti di un originale itinerario d’emancipazione che sarà protagonista giovedì 11 aprile alle ore 18:30 al Grand Hotel Majestic (già Baglioni), in via dell’Indipendenza 8 a Bologna.
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Nell’occasione, l’autrice, Elisabetta Pieragostini, dialogherà con la salottiera d’Italia Patrizia Finucci Gallo per mettere a nudo la dirompente umanità di un avvincente pink novel psicologico. La voce narrante acuta e monologante di questa esemplare prova letteraria, oltre a scrutare una ferita soggettiva sembra rivolgersi a tutte le donne in lotta per riconquistare un’autonomia e una dignità sotto attacco. Un impegno che Elisabetta Pieragostini incarna non soltanto con l’invenzione letteraria ma anche intuendo l’intimo legame tra letteratura e società, tra industria e umanesimo. La scrittura e il fare impresa- sostiene la scrittrice ed imprenditrice marchigiana – sono per me facce della stessa medaglia, con al centro sempre l’uomo e le sue interdipendenze. Cresciuta in un ambiente fortemente maschile, nel suolificio di famiglia – nelle Marche – ho subito sulla mia pelle la disparità di trattamento legata al genere. Per questo, quando divento CEO di DAMI adotto una leadership orientata all’inclusione, alla socialità, alla cooperazione e all’empatia, consapevole che le imprese possono contribuire alla costruzione di un futuro in cui la transizione ecologica, la responsabilità sociale e la solidarietà umana si combinano. Per me ciò significa immaginare sempre la favola migliore che possiamo attenderci, nella finzione letteraria come nella vita quotidiana”.
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