Elena Sgalambro
“Contro la musica” di Manlio Sgalambro
Carbonio Editore
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Elena Sgalambro, racconta a “il posto delle parole” il breve ma intenso libro “Contro la musica”, scritto dal padre filosofo.
Introduce la nuova edizione la prefazione a tratti affettuosamente irriverente della figlia Elena Sgalambro. Il significato di Contro la musica deve essere inteso. Non è una volgare polemica che
qui si innesca ma una delicata questione metafisica. Questione che si configura relativamente all’ethos dell’ascolto.
Scrive il cult-philosophe siciliano:
“Un ascolto che è senza ethos. Un ascolto subìto, dove l’ascoltatore inciampa nella musica ed è obbligato ad ascoltarla, anche quando non lo vuole (…) come quando entra in un negozio per comprare un paio di mutande e, oltre a pagare, deve pure sorbirsi un sottofondo musicale, sia esso un quartetto d’archi o una canzone da stadio.”
E ancora: “Quel che vorrei fosse chiaro è che, con la musica, da un certo punto in poi l’Occidente ha trasformato una esperienza dello spirito in un fatto di cultura. Cioè in qualche cosa di amministrabile, di pianificabile, di storicizzabile. Ma lo spirito non si lascia né amministrare né pianificare né storicizzare.”
E così chiude Manlio Sgalambro… Chi ascolta veramente, ascolta l’ascolto. Chi ascolta veramente, ascolta la fine del mondo.
Manlio Sgalambro (Lentini, 1924-Catania, 2014). Alcune delle sue opere sono state tradotte in Francia e in Germania. In Italia ha pubblicato, tra gli altri, con Adelphi, Bompiani, Il Girasole edizioni, De Martinis & C.
IL POSTO DELLE PAROLE
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