Diana Napoli
curatrice e traduttrice di:
“Parigi occupata”
Jean-Paul Sartre
Il Melangolo
ilmelangolo.com
L’esperienza della guerra fu per Sartre un’esperienza di cesura esistenziale e filosofica, sintetizzabile nel passaggio dalla nausea all’impegno. La guerra per Sartre fu la situazione in cui prese forma la sua nuova figura di filosofo che già nel 1945, a fine guerra, era una celebrità. La sera del 29 ottobre 1945, in una sala gremita del club “Maintenant”, a Parigi, Sartre tenne la conferenza “L’esistenzialismo è un umanismo”. Nasce una nuova filosofia che occuperà per anni la scena culturale francese e internazionale: l’esistenzialismo.
Gli otto testi, tutti inediti in Italia, che per la prima volta vengono proposti in questo volume (e in questa forma per la prima volta a livello mondiale con l’autorizzazione di Gallimard) raccolgono gli interventi più significativi scritti da Sartre durante la guerra e subito dopo la liberazione, e pubblicati su riviste come “Combat” e “Lettres françaises”. L’importanza di questi interventi è chiara: rappresentano il laboratorio della svolta sartriana, il laboratorio dell’esistenzialismo.
In questi testi Sartre, a partire dalla situazione storica che sta attraversando, elabora una nuova idea di libertà come impegno, esistenziale e politico, in grado di cambiare il mondo: “Non siamo mai stati così libero come sotto l’occupazione tedesca” dichiara Sartre in un testo pubblicato il 9 settembre 1944 sul primo numero clandestino di “Lettres françaises” (testo che apre la raccolta Parigi occupata).
Elemento chiave di questa svolta sartriana è l’esperienza della Resistenza attraverso cui: “Ogni cittadino sapeva che dava se stesso per tutti e tuttavia poteva contare solo su se stesso. Ciascuno, contro gli oppressori, si impegnava a essere se stesso, irrimediabilmente, e scegliendosi nella libertà, sceglieva la libertà per tutti”. Ma tutti gli aspetti della situazione bellica vengono indagati da Sartre: l’occupazione, il collaborazionismo, l‘antisemitismo, l’insurrezione, la liberazione.
Nella scrittura si alternano e si mescolano il filosofo e il narratore, e prende forma l’intellettuale consapevole di dover parlare a un pubblico di non specialisti. Le pagine più belle di questa raccolta sono quelle pubblicate sui primi numeri di “Combat” appena uscito dalla clandestinità: il racconto degli otto giorni dell’insurrezione parigina dal titolo “A spasso per Parigi: i giorni dell’insurrezione” in cui emerge chiaro un fatto: la necessità di tutti di “rimmergersi appena possibile nella vita collettiva”.
Testi raccolti in Parigi occupata
La repubblica del silenzio
Parigi occupata
Ritratti di un collaborazionista
Drieu La Rochelle o l’odio di sé
A spasso per Parigi: i giorni dell’insurrezione
Una settimana apocalittica. La liberazione di Parigi
A guerra finita
Ritratto di un antisemita
(tutti i testi sono stati pubblicati in diversi volumi di Situations editi da Gallimard).
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