Cristina Marconi
“Giorno di vacanza”
Inès Cagnati
Traduzione di Lorenza Di Lella, Francesca Scala
Adelphi
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Non si può crescere in un paese di paludi, di piogge, di nebbie, di terre livide dove tutto muore, senza rimanerne segnati per sempre: di più, senza assomigliare a quel paesaggio inamabile. Né vivere in una casa fatiscente, sperduta fra boschi, malerbe e acque solitarie, dove anche l’amore è intollerabile violenza, senza desiderare che il mondo intero esploda «in una girandola di sangue». Nera come una zingara, taciturna come uno strano fiore selvatico, traboccante di rancore e di disprezzo per se stessa, Galla vorrebbe solo andarsene via, lontano dai troppi lutti, dal peso delle innumerevoli sorelle, da un padre abbrutito dal lavoro, dalla madre che ama troppo per sopportarne la dolente presenza. Ma l’unica possibilità di fuga, oltre ai sogni, è la vecchia e fragile bicicletta dal lamento di salamandra morente, e l’unica meta la scuola dov’è interna, a trentacinque chilometri, in città. Un tragitto che separa due vite e due mondi inconciliabili – la pietraia che non dà frutti e le terre miracolate dalla fertilità –, e che un sabato Galla decide di percorrere per rivedere la madre: sarà un giorno di vacanza sinistro e fatale, dove tutto precipiterà, rivelandole il senso di ogni cosa. Perché il malevolo, straziante paese da cui proveniamo – sembra dirci Inès Cagnati con la sua prosa di insolente intensità – è la carne stessa di cui siamo fatti, e possiamo, se non sbarazzarcene, almeno intravedere nel ricordo le meraviglie di cui era fiorito.
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Inés Cagnati, figlia di contadini veneti emigrati in Francia, Inès Cagnati (1937-2007) è autrice di tre romanzi e di un libro di racconti. Pur vincendo dei premi, ha sempre vissuto appartata dalla società letteraria. Una scrittrice che merita di essere (ri)scoperta, a partire da “Génie la matta”, che racconta la storia di un amore sconfinato, allo stesso tempo innocente e straziante, di una figlia (nata da una violenza) per una madre. Ma che è anche il ritratto di una società rurale spietata con chi è diverso e fugge le sue regole…
Cristina Marconi, dopo un baccalauréat francese, si è laureata alla Normale di Pisa su Michel Foucault. Per sedici anni ha vissuto all’estero, a Bruxelles e a Londra, e ha scritto di politica e cultura inglese su vari giornali. Nel 2019 ha esordito con il romanzo Città irreale con cui ha vinto tra le altre cose i premi Rapallo Opera Prima e il Severino Cesari Opera Prima, oltre a essere entrata nella dozzina dello Strega. Nel marzo del 2021 è uscito: A Londra con Virginia Woolf. Insegna scrittura alla Scuola Belleville di Milano, la città dove ora abita.
L’ultimo libro pubblicato è Come dirti addio, Neri Pozza, 2022.
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