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Christian Grappiolo “I segreti della camera ottica”

Canaletto, Van Wittel, Bellotto.

Christian Grappiolo
A Savigliano, Cuneo, Bra, Mondovì e Torino
“I segreti della camera ottica”

Un viaggio in cinque tappe, una tenda itinerante in cui scoprire i segreti
della camera ottica, dai vedutisti alla fotografia.

In occasione della mostra “Canaletto, Van Wittel, Bellotto. Il Gran Teatro delle città.
Capolavori dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica”
promossa negli spazi del Complesso Monumentale di San Francesco a Cuneo
da Fondazione CRC e Intesa Sanpaolo

 “I segreti della camera ottica” è un viaggio in cinque tappe, una tenda itinerante in cui scoprire i segreti della camera ottica, dai vedutisti alla fotografia, organizzato in occasione della mostra “Canaletto, Van Wittel, Bellotto. Il Gran Teatro delle città. Capolavori dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica”, aperta fino al 30 marzo 2025 negli spazi del Complesso Monumentale di San Francesco a Cuneo e promossa da Fondazione CRC e Intesa Sanpaolo, in collaborazione con le Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma e con il supporto organizzativo di MondoMostre.

Si partirà da Savigliano, domenica 15 dicembre, per spostarsi il 22 dicembre a Cuneo (inizio via Roma, vicino a Piazza Galimberti), il 5 gennaio 2025 a Bra (Corso Cottolengo, area sopraelevata coperta), ultime due tappe a metà gennaio a Mondovì e a inizio febbraio a Torino.

In ognuna di queste città verrà allestita una grande tenda-camera ottica all’interno della quale, come nelle camere ottiche che utilizzavano i vedutisti, apparirà l’immagine del mondo.
L’ingresso nella tenda è aperto a tutti, grandi e piccini. All’interno sarà possibile scoprire i principi del funzionamento di questo strumento, antenato della macchina fotografica, che i vedutisti utilizzavano per tracciare le immagini a partire dalle quali, ingrandite, modificate e montate una accanto all’altra, realizzavano poi in studio le proprie opere.
Nel corso della giornata sarà anche possibile provare una camera ottica portatile, simile a quelle utilizzate dai vedutisti per realizzare i propri disegni.
Accompagnerà i curiosi in questo viaggio Christian Grappiolo, fotografo e esperto di fotografia stenopeica.  Christian Grappiolo ha condiviso questa passione in decine di laboratori per adulti e ragazzi, collabora con la Fototeca Nazionale Ando Gilardi per la quale ha contribuito alla riedizione del volume “Spiracolo” di Ando Gilardi e ha recentemente pubblicato un volume di foto stenopeiche “Unboxing Cuneo” a cura di Giorgio Olivero.

In tutti gli appuntamenti, la tenda sarà aperta dalle dieci del mattino fino al tramonto.  L’accesso è libero e gratuito, il laboratorio è a cura di Felìz Comunicazione.
Informazioni e prenotazioni su www.fondazionecrc.it

La camera ottica
La camera ottica è uno strumento composto da una scatola completamente oscurata dotata di un obiettivo attraverso il quale entra la luce che proietta l’immagine di ciò che è inquadrato sul fondo della scatola.
La camera ottica funziona un po’ come il nostro occhio ed è anche alla base della fotografia, ma è stata utilizzata già prima dell’invenzione di quest’ultima, da pittori che ricalcavano su carta l’immagine proiettata. Di camere ottiche e camere oscure (la versione senza obiettivo) se ne sono costruite di moltissimi modelli e svariate dimensioni. A volte addirittura si trasformava una camera d’abitazione in camera oscura: si oscurava la stanza, si praticava un piccolo foro in un muro o a una finestra e si proiettava sulla parete prospiciente.
Le camere ottiche portatili utilizzate dai vedutisti erano dotate di uno specchio girevole che rifletteva l’immagine stenopeica su uno schermo traslucido. Poggiando sullo schermo un foglio di carta i vedutisti tracciavano le linee degli oggetti e delle architetture.
Canaletto operava portandosi le camere ottiche nelle calli veneziane: orientando in varie direzioni l’obiettivo della camera, disegnava le vedute divise in porzioni, e vi annotava colori, ombre e condizioni delle architetture. Nei suoi appunti, conservati nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia, sono contenuti disegni che, collegati in gruppi, formano delle vedute continue.
Era solito realizzare più schizzi, a volte mantenendo fermo il punto di vista e disegnando due o più prospettive ruotando il quadro prospettico gradualmente, in altri casi spostando la camera.  Il dipinto era poi il risultato della composizione di più schizzi, realizzato in studio usando compassi rapportatori, quadrettature e pantografi, adattandoli con abili accorgimenti di regia e deformazioni per dilatare lo spazio e offrire originali tagli compositivi. Il pittore utilizzava i suoi schizzi documentari per replicare le composizioni, aumentando o restringendo il primo piano, allargando la visuale, combinando dettagli architettonici precisi e figure sempre diverse.
  

 “Canaletto, Van Wittel, Bellotto. Il Gran Teatro delle città. Capolavori dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica”
Complesso Monumentale di San Francesco, Cuneo 
www.fondazionecrc.it


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