Carola Barbero
“Nuotare e via”
Dalle vasche a perdifiato all’ultimo bagno di stagione
Edizioni del Mulino
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«Il nuoto, come l’oppio, può causare un senso di distacco dalla vita quotidiana; i ricordi, in particolar modo quelli dell’infanzia, riemergono con sorprendente vigore, ricchi di particolari vividi e precisi».
Charles Sprawson
Nuotare la prima vasca guardando le T nere sul fondo è felicità allo stato puro. In acqua la mente si scioglie e capisce tante cose. Il ritmo costante e ripetuto dei movimenti ricorda quello di una preghiera, e così nuotiamo senza posa finché rinunciamo a muoverci e facciamo «il morto», lasciandoci cullare dalle onde del mare. Fino a quando? Fino all’ultimo bagno di stagione, sperando che duri a lungo e non arrivi troppo presto. Nuotiamo via da tutto, rifugiamoci nel mare o nell’acqua della piscina, al riparo dai colpi della vita reale, e chissà che tra una bracciata e l’altra non finiamo col ritrovare noi stessi. Una lettura pensosa e leggera, che racconta di piscine e di mari, e insieme di cinema, letteratura e canzoni, di respiri e di acqua, e di quella gioia prêt-à-porter che non vorremmo perdere mai.
Carola Barbero, nuotatrice impetuosa, insegna Filosofia del linguaggio e Filosofia della letteratura all’Università di Torino. Fra i suoi libri ricordiamo il fortunato «L’arte di nuotare» (il melangolo, 2016). Con il Mulino ha già pubblicato «La porta della fantasia» (2019) e «Quel brivido nella schiena. I linguaggi della letteratura» (2023).
IL POSTO DELLE PAROLE
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