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Carmen Giorgetti Cima “Storie di gente felice”

Carmen Giorgetti Cima, traduttrice di "Storie di gente felice" di Lars Gustafsson, Iperborea

Carmen Giorgetti Cima, traduttrice di:
“Storie di gente felice”
di Lars Gustafsson
Iperborea Editore

https://iperborea.com/

Fundamentally complex living systems can be defined as systems which can delay the breakdown catastrophe for some time by organizing themselves in a more complex way for as long as possible.
Fritz Cramer


A un certo livello di complicazione, tipo quando un ago si è perso in un pagliaio, o un bambino in un paesaggio troppo vasto, non c’è più alcuna possibilità di cercare. Dobbiamo trovare, alla cieca nel buio.

Affabulatore e filosofo, capace di tradurre in storie poetiche la sua arguta indagine sull’uomo, l’identità e il tempo, è soprattutto con i racconti che Lars Gustafsson si è guadagnato la fama di «Borges svedese».

Può esistere la felicità in un mondo preconfezionato, fatto di cose che fingono di essere desiderabili, in una società così complessa che contro i suoi mali e i suoi problemi ci limitiamo ad assicurarci, avendo perso ogni illusione di risolverli? Il mondo è davvero così vecchio che tutto è già stato pensato, o siamo noi che siamo stanchi, che chiamiamo verità la rassegnazione e definiamo irreale tutto ciò che speriamo? Forse è più ottimista di quanto non sembri la visione di Gustafsson in questi racconti inediti del periodo d’oro della sua creatività, conferma di quel talento narrativo che, mescolando erudizione e immaginazione, filtrando questioni filosofiche con humour e leggerezza, gli è valso l’epiteto di «Borges del Nord».

Un ricercatore inviato in Cina durante la Rivoluzione culturale che trova la soluzione di un problema ingegneristico meditando i pensieri di Mao, la notte insonne di un fisico sperimentale che scopre sull’elenco telefonico di Göteborg che forse è ancora viva la prima fidanzata morta da tempo, un incontro in un bar di Atene che ridà l’occasione di vivere il grande amore della vita: scienziati, artisti, musicisti, filosofi – lo stesso Nietzsche compare tra i protagonisti – si muovono tra Svezia e Cina, Texas e Italia, in un universo cosmopolita visto con l’occhio disincantato di chi conosce gli interrogativi della scienza così come i riti della società e i meccanismi dei sentimenti. Ogni personaggio, attraverso la memoria, il sogno o l’immaginazione, vive un momento di epifania, l’illuminazione di un angolo nuovo da cui guardare la sua situazione che apre una crepa nel muro della realtà, una via di fuga verso un passato o un futuro dove tutto resta possibile, compresa la felicità.

Lars Gustafsson (1936-2016), originario del sud della Svezia che fa da sfondo a molti suoi romanzi, è considerato il più internazionale scrittore svedese contemporaneo. Studioso di matematica e filosofia, poeta, saggista, drammaturgo e romanziere fra i più tradotti all’estero, ha insegnato per vent’anni Storia del pensiero europeo a Austin, in Texas. Nei suoi racconti come nelle poesie si riconosce quella vena fantastica, quel gioco dell’erudito che scherza con la propria erudizione, quell’ossessione per il tempo e per l’identità che l’hanno fatto definire il «Borges svedese». In Italia ha ricevuto il Premio Agrigento, il Premio Boccaccio, il Grinzane Cavour e il Premio Nonino. Tra i suoi titoli pubblicati da Iperborea, Morte di un apicultore, Il pomeriggio di un piastrellista, Le bianche braccia della signora Sorgedahl, L’uomo sulla bicicletta blu.


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