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Antonella Anedda “Historiae” Premio Pavese

Historiae

Antonella Anedda
Premio Pavese 2021
Sezione Poesia

Premio Pavese 2021
Sabato 6 e domenica 7 novembre 2021
Chiesa dei SS. Giacomo e Cristoforo, Santo Stefano Belbo (CN)

I vincitori della 38esima edizione:
Antonella Anedda Angioy (poesia)
Antonio Franchini (narrativa)
Stefano Mauri (editoria)
Tommaso Pincio (traduzione)
Giuseppe Antonelli, Matteo Motolese e Lorenzo Tomasin (saggistica)

Per la sezione poesia il Premio Pavese va alla poetessa e saggista Antonella Anedda Angioy. Dal 2021 il Premio Pavese apre ad una nuova sezione dedicata alla poesia, ambito in cui Cesare Pavese ha operato caratterizzando la sua ricerca poetica con innovazione e segnando un nuovo percorso di linguaggio per le successive generazioni di scrittori. “La poesia di Antonella Anedda raccoglie, ausculta, prolunga in respiro «il soffio delle cose» ed è kosmos perché la sua parola è eticamente tesa oltre la pronuncia, oltre colui che dà timbro a una parola che appartiene al mondo, e di cui il poeta ha eterna cura”. Il Premio ad Antonella Anedda Angioy vuole riconoscere la ricerca stilistica pavesiana e dunque sottolineare l’importanza della parola, del verso in un percorso poetico intenso e raffinato.


Antonella Anedda
“Historiae”
Einaudi Editore

https://www.einaudi.it/
La poesia di Antonella Anedda è caratterizzata da sempre da una specie di sguardo a raggi infrarossi, da una capacità percettiva in grado di illuminare figure dell’invisibile, di evocare assenze e mancanze. E anche in questo libro, raccontando le tragedie dei migranti affogati nei nostri mari o la vita di chi va a cercare qualche avanzo nei cassonetti dei rifiuti, sono soprattutto le immagini a far procedere le «historiae». Immagini che riportano alla luce ciò che non si vuole vedere. Il rimosso storico è dunque al centro del libro, ma intrecciato con incursioni nella lingua sarda ed elaborazioni di lutti personali. Come se non ci fosse differenza tra pubblico e privato e l’angoscia fosse tutt’una. Ma oltre alla storia, piú della storia, ci sono la geografia e la geologia. La prima e l’ultima sezione, che incorniciano il nucleo piú politico del libro, sono dedicate a paesaggi allo stesso tempo concreti e metafisici, e alle ossa dei morti che ci ricordano l’appartenenza alla natura pietrosa dell’universo.

Antonella Anedda
Di origini sarde è nata a Roma, dove vive. Tra le sue raccolte di poesia: Residenze invernali (Crocetti 1992), Notti di pace occidentale (Donzelli 1999), Il catalogo della gioia (Donzelli 2003), Dal balcone del corpo (Mondadori 2007), Salva con nome (Mondadori 2012). In prosa ha pubblicato Cosa sono gli anni (Fazi 1997), La luce delle cose. Immagini e parole nella notte (Feltrinelli 2000), La vita dei dettagli (Donzelli 2009) e Isolatria. Viaggio nell’arcipelago della Maddalena (Laterza 2013). Le sue traduzioni di poeti classici e moderni sono pubblicate in Nomi distanti (Empiria 1998). Per Einaudi ha pbblicato la raccolta di poesie Historiae (2018).


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