Anna Segre
“A corpo vivo”
Marietti 1820
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Questo discorso amoroso, spezzato in 84 poesie è in realtà una sola frase, pronunciata come unica fino alla fine; è una tela senza giunte, dove l’interpunzione serve solo a prendere fiato. È un viaggio nei processi del pensiero, nel dentro
dello sperare, del volere, ma anche un tentativo di varare una caravella. Prima delle caravelle, l’oceano era come una montagna d’acqua inaffrontabile, invalicabile: si navigava seguendo la costa. Arrivare e scoprire, conoscere, esplorare. Avventurarsi, a dispetto del pericolo. C’è qualcosa di più rischioso che amare davvero qualcuno?
“Insomma chi è Anna? A Gerardo Perrotta che gliel’ha chiesto, lei ha risposto così: “Sono medico, psicoterapeuta, anche ebrea, e in più lesbica (…) Metaforicamente sto sempre con la spada in mano, e questa è anche una forma di paura. Sono una creatura piena di spavento, ma di questo so pochissimo mentre del callo osseo potrei parlare cinque minuti di seguito.”
Cara Anna, perché non hai detto che sei pure poeta? O forse la poesia è quella spada che impugni com un “angela” dell’Apocalisse?”
Franca Alaimo
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Anna Segre, psicoterapeuta e poetessa, ha pubblicato Judenrampe, curato con Gloria Pavoncello (Elliot 2019), Fatina Sed, biografia di una vita in più, curato con Fabiana Disegni (Elliot 2018), 100 punti di ebraicità e 100 punti di lesbicità (Elliot 2018).
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