Alberto Saibene “Milano fine novecento”

Alberto Saibene, Milano fine novecento Alberto Saibene, Milano Fine Novecento

Alberto Saibene
“Milano fine novecento”
Storie, luoghi e personaggi di una città che non c’è più
Edizioni Casagrande

http://www.edizionicasagrande.com/


Milano che risorge dalle macerie della guerra diviene presto il luogo a cui il resto del Paese guarda per diventare laico e moderno.

Una città illuminata dai neon dove si incontrano e si mescolano registi, editori, scrittori, architetti, grafici e designer, imprenditori, discografici, fumettisti, comici e cantanti. Li accomuna la volontà di credere nel nuovo, di inventare nuove professioni: insomma di fare le cose per la prima volta e spesso di farle insieme. Alberto Saibene racconta la sua città attraverso gli incontri e i ricordi famigliari, osservandola nello specchio del cinema, facendo tappa alla Rinascente (vera scatola magica, non solo agli occhi di un bambino), rileggendo riviste «epocali» come «Linus», ma soprattutto rievocando i personaggi che ne hanno segnato la vita culturale e politica: da Giorgio Strehler a Giovanni Pirelli, da Camilla Cederna a Rosellina Archinto, da Bruno Munari a Umberto Eco, sono davvero tanti gli uomini e le donne che popolano le pagine di questo libro. Ripercorrere i momenti salienti del loro lavoro – caratterizzato a tratti da un’allegria e una fiducia nel futuro che oggi sembra appartenere a un altro mondo – significa comprendere le trasformazioni dell’intera società italiana ed europea. Con una scrittura sempre immersa nella realtà dei fatti ma non priva di affettuosa partecipazione e humour, Saibene intreccia i fili di tante storie e compone l’affresco di una città che non c’è più, ma di cui, dopo aver letto questo libro, sapremo riconoscere con maggiore consapevolezza l’eredità e l’influenza sul presente.

Alberto Saibene (1965), saggista e storico della cultura, è autore di L’Italia di Adriano Olivetti (Edizioni di Comunità, 2017) e Il paese più bello del mondo. Il fai e la sfida per un’ Italia migliore (utet, 2019). È regista del film La ragazza Carla (2015), tratto dall’omonimo poema di Elio Pagliarani. Per Casagrande ha curato nel 2016 Che razza di ebreo sono io di Bruno Segre.


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