Adriano Favole “Dialoghi sull’uomo”

Adriano Favole Adriano Favole "Dialoghi sull'uomo"

Adriano Favole
“Dialoghi sull’uomo”

dialoghisulluomo.it

Venerdì 25 maggio, ore 19.00, Teatro Bolognini, Pistoria
Adriano Favole
“Vie di fuga”

Nasciamo in culture e lingue che ci plasmano e ci forniscono strumenti reali e simbolici per orientarci nel mondo, tuttavia, non siamo del tutto prigionieri delle nostre culture. Adriano Favole, a partire da racconti di viaggio ed esperienze di ricerca antropologica, esplora alcune di queste “vie di fuga”. Viaggi, pellegrinaggi, migrazioni; ma anche sogni, letteratura, satira e cinema aprono le vie di uscita verso le altre culture e offrono altre possibilità di praticare l’umanità. Sono modi che gli esseri umani hanno utilizzato per rompere le regole, per uscire dagli schemi e per cercare di cambiare la propria esistenza. Siamo esseri incompleti e interdipendenti, proiettati verso il futuro, anche se spesso le strutture di potere ci inducono a credere di essere prigionieri di cristalli di identità formati nel passato.
Ma l’essere umano è “eccentrico”. È capace e spesso ama vivere “fuori di sé”: si guarda vivere.


Adriano Favole
“Vie di fuga”
Utet Libri

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In questi anni in cui muri, piccole patrie e nostalgie nazionaliste attirano sempre più sostenitori, il sogno di una convivenza interculturale sembra minacciato. Eppure, è difficile immaginare culture felicemente autosufficienti. Ma perché? È davvero impossibile restare chiusi nelle culture in cui ci formiamo? Può sembrare una domanda scontata, ma la risposta non lo è affatto. Anzi: secondo Adriano Favole, questo è un vero e proprio giallo antropologico.

Da ben prima dell’invenzione di internet, infatti, nessuna cultura, nemmeno la più isolata, è mai stata impermeabile alla diversità e agli scambi, come dimostra per esempio la storia dell’Oceania, un continente che è in realtà un “mare di isole” unite, e non separate, dall’acqua.

Oggi, nell’era dell’iperconnessione globale, è evidente che l’esaltazione della propria identità si trasforma sempre e per tutti in una gabbia, ma d’altra parte anche una generica invocazione alla tolleranza e al rispetto per l’altro non è priva di conseguenze: la paura di offendere e di sembrare razzisti può condurci a una nuova, più sottile apartheid, a una specie di educata indifferenza.

Come antidoto, Favole ci invita a percorrere insieme a lui un viaggio sulle tracce di chi ha fatto della fuga dalla propria cultura una scelta, un’arte o uno strumento di conoscenza: esploratori, eremiti, sciamani, emigranti, naturalisti, rugbisti polinesiani, antropologi e geniali pensatori come Jonathan Swift.

Le loro storie ci insegnano che le Vie di fuga non sempre conducono in paesi lontani: il teatro, la festa, il gioco, il rito, la satira, sono modi creativi di mettere in discussione l’ordinaria percezione della realtà e le abitudini che governano le nostre vite, necessari per ampliare il nostro campo visivo, senza per questo rinunciare al nostro orizzonte. Perché se le fughe si risolvono spesso con un ritorno a casa, si può tornare ad abitare la propria cultura con una diversa consapevolezza.

Adriano Favole è Vice Direttore per la Ricerca presso il Dipartimento di Culture, Politica e Società e insegna Antropologia culturale e Cultura e potere all’Università di Torino. 
Ha insegnato presso le Università di Milano, Genova e Bologna e in Nuova Caledonia.

 Ha viaggiato e compiuto ricerche a Futuna (Polinesia occidentale), in Nuova Caledonia, a Vanuatu, in Australia e a La Rèunion (Oceano indiano). I suoi ambiti di ricerca principali sono l’antropologia politica, l’antropologia del corpo e l’antropologia del patrimonio. Collabora con La lettura del Corriere della Sera. È autore di: La palma del potere (Il Segnalibro, 2000); Isole nella corrente (La ricerca folklorica, Grafo, 2007); Resti di umanità. Vita sociale del corpo dopo la morte (2003); Oceania. Isole di creatività culturale (2010), La bussola dell’antropologo (2015) per Editori Laterza; Vie di fuga. Otto passi per uscire dalla propria cultura (UTET, Dialoghi sull’uomo, 2018).


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