Gianni Mura
“Confesso che ho stonato”
Skira
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Dalla Piaf mangiauomini all’elogio della fisarmonica, dai legami tra calcio e musica all’omaggio a Sergio Endrigo, dai primi Festival di Sanremo imparati a memoria agli ultimi, serenamente trascurati: viaggio arbitrario per chi è totalmente, irrimediabilmente stonato e lo dichiara subito (l’autore), ma continua a sentire il fascino della canzone e a volte osa addirittura parlare di poesia. Con il rischio di essere criticato sia dai poeti sia dai cantautori, gente abbastanza permalosa. La difesa è già pronta: troppo amore.
così comincia:
“Crebbe in una caserma.
Ma dai, non si può cominciare un libro con un passato remoto. E per di più in terza persona.
Sono cresciuto in una caserma, così va meglio, anzi in tre: Santa Maria della Versa (Oltrepò Pavese), Brugherio e Cesano Maderno (hinterland milanese)….”
Gianni Mura (1945) entra giovanissimo nella redazione de “La Gazzetta dello Sport”. Dal 1976, per “la Repubblica”, ha seguito gli avvenimenti sportivi più importanti (Olimpiadi, Europei e Mondiali di calcio, Tour de France). Dal 1991 firma, con la moglie Paola, una rubrica di enogastronomia (Mangia & Bevi) su “il venerdì” di “Repubblica”. Ha curato un’antologia di scritti di Gianni Brera (Il principe della zolla, Il Saggiatore, 1993). Ha scritto per Feltrinelli Giallo su giallo (2007), Ischia (2012) e Tanti amori (2013), conversazione con Marco Manzoni; per minimum fax La fiamma rossa (2008) e Non c’è gusto (2015). Ancora con Il Saggiatore ha pubblicato Non gioco più, me ne vado (2013).
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