Sem
Gianluigi Gasparri
Leone Editore
Una sera di tempesta in una New York postmoderna si presenta nello studio del modesto avvocato Thomas Uterus uno spermatozoo iperevoluto di ventidue anni di nome Sem, che vuole fare causa a un suo fratello il quale, durante la corsa alla fecondazione, gli ha rubato il posto e quindi è nato al posto suo. Nel corso degli eventi Sem alza il tiro e chiede di essere riconosciuto non solo come essere vivente, ma come persona fisica, seppure mutante. La violenta reazione del potere sociopolitico contro la paura di una civiltà dominata dagli spermatozoi costringe il padre e gli amici a nascondere Sem in un laboratorio sotterraneo nell’isola di Flaherty, nella baia di Hudson, dove Sem vivrà in una sorprendente condizione.
Gianluigi Gasparri, giornalista d’assalto e collezionista di querele, specialista in battaglie contro i mulini a vento in cui ne ha dette tante al potere e il potere gliene ha date tantissime. Ha pubblicato tra gli altri L’harem delle brutte e L’Uovo azzurro per Mondadori. Sem è il suo esordio con Leone Editore.
IL POSTO DELLE PAROLE
ascoltare fa pensare
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Da antica fan della sua trasmssione (ce ne fossero altri come lei!) ho seguito la simpatica intervista sul libro dello spermatozoo evoluto che va da un avvocato perché vuole essere riconosciuto come persona fisica. Argomento stupefacente, nel senso che è un'idea impensabile e infatti prima d'ora mai pensata, poi ci vuole una verve furente per tirare fuori da questo spunto un libro di 320 pagine. Ho letto la recensione del Corriere del Corriere della Sera che parla di "una robusta struttura kafkiana sapientemente rimodulata in chiave postmoderna" e sottolinea l'abilità di questo autore di fantastica fantasia e per di più scrive divinamente, poi conclude dicendo che in America questo libro potrebbe avere fortuna perché gli americani sono "avanti". Anche lei ha lasciato capire che libri del genere sconcertano una critica italiana tranquillizzata dalla banalità e sconcertata da opere diverse concepite da menti brillanti diversamente abili. Il paradosso di un libro considerato da taluni critici "troppo spinto" la dice lunga sulla desolazione del settore ormai diventato una sorta di deserto dei tartari in cui anziché scegliere i buoni libri (le idee) si rattrappisce a scegliere i nomi con la scusa che tirano. Ma che tristezza!