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Gabriella Bordin “AlmaTeatro”

Gabriella Bordin "AlmaTeatro"

Gabriella Bordin
“AlmaTeatro”

25 ANNI DI EMOZIONI ARTE E POLITICA

“Quale funzione può avere la Cultura in rapporto al contrastato tema delle migrazioni in un periodo di rischiose derive razziste se non quello di proporre un immaginario diverso per dare significato e pratica a parole come convivenza, comunità, cura, diritto alla vita, inclusione, amore, desiderio, sogno, visione di futuro.”
Il gruppo teatrale Almateatro festeggia i suoi primi 25 anni, tutti vissuti all’insegna di una grande passione, finalizzata a promuovere una dimensione civile e politica dell’impegno artistico, per creare comunità e spazi di esercizio di cittadinanza, costruire relazioni e scambi tra differenti appartenenze, dare spazio in scena ad altre lingue, contrastare il razzismo e la xenofobia, coinvolgere le comunità migranti come soggetti culturali.
Almateatro nasce formalmente nel mese di ottobre 1993, nella sede del Centro Interculturale delle Donne Alma Mater di Torino. Al progetto proposto da Gabriella Bordin e Rosanna Rabezzana aderiscono 25 donne provenienti da diversi paesi (Marocco, Montenegro, Kenia, Argentina, Somalia, Nigeria, Etiopia, Eritrea, Cile, Perù, Colombia, Filippine, Russia, Italia). Insieme decidono di dare vita ad uno spazio-laboratorio al femminile dove, attraverso il mezzo teatrale, si mettono in comunicazione realtà culturali diverse e in continua trasformazione, si attivano conoscenze e relazioni. A oggi il gruppo è formato da: Gabriella Bordin, Adriana Calero, Enza Levatè, Suad Omar, Elena Ruzza, Vesna Scepanovic, Flor Vidaurre e dalle giovani Ilaria Capraro , Xi Hu, Deka Mohamed, Ikram Mohamed, Songul Murat, Sara Outabarrhist, Anna Sofia Solano, Luisa Zhou.
Almateatro oggi resiste resiliente, contro la visione folcloristica della cultura “altra”. Cerca di raccontare le ingiustizie e le discriminazioni di questa società, gli squilibri tra il sud e il nord del mondo, le guerre locali e globali, i retaggi coloniali e post-coloniali, le disattenzioni e le distruzioni dell’ambiente, la capacità di ritornare alla terra praticando economie sostenibili, le domande e i saperi delle seconde generazioni, sottolineando le risorse e le ricchezze delle donne. Le attrici di Almateatro narrano con le loro pronunce imperfette e compongono tutto ciò sul palcoscenico in diverse lingue, mettendo corpi, memorie e sogni ancora una volta in gioco.
Queste le parole di Gabriella Bordin una delle voci del gruppo Almateatro: “Il senso di questo nostro lungo e grande lavoro artistico culturale e politico di 25 anni è paragonabile alla tessitura di una tela a più mani fatta di storie , relazioni , discussioni, idee , sudori e fatiche, lingue , viaggi e incontri , figli e figlie , vita vissuta insieme a testimoniare la grande ricchezza che l’incontro tra persone provenienti da luoghi diversi del mondo produce”.

L’Associazione Almateatro, nei suoi 25 anni di attività ha sviluppato un proprio metodo ed un proprio pensiero artistico nel fare teatro, realizzando 21 produzioni teatrali, molti video documentari, un libro per l’infanzia, un CD musicale, un’antologia di testi-percorso letterario sulle Pari Opportunità nel mondo, e numerose ricerche finalizzate a mettere in luce la grande ricchezza legata all’incontro tra culture.
Dopo la data del 25 novembre 2018 al Teatro Garybaldi di Settimo Torinese – in cui il gruppo è stato ospite del Forum donne con un appuntamento che ha ripercorso le tappe più significative dell’attività della compagnia attraverso frammenti di spettacoli, letture sceniche, testimonianze e musiche, per celebrare questo traguardo tanto importante e raccontare anni di progetti e spettacoli – Almateatro ha elaborato per i primi mesi del 2019 un programma di appuntamenti e incontri pensati per ricordare quanto realizzato nel passato ma anche per ridefinire e tratteggiare un contesto in cui tutte le donne impegnate nelle diverse attività dell’associazione lottano, per un imprescindibile cambiamento culturale, essenziale per il presente come per le generazioni future e per dare un senso positivo, seppur critico, a questo momento storico.


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