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Franco Mazzucchelli “Bi-Face”

Franco Mazzucchelli "Bi-Face"

Franco Mazzucchelli
“Bi-Face”

Gaggenau DesignElementi HUB – Corso Magenta 2 – Milano
curatore della mostra: Sabino Maria Frassà
info: +39 02 29015250
info: gaggenau@designelementi.it
mostra aperta fino al 3 agosto 2018
dal lunedì al venerdì 10.00 – 18.30

Un ciclo inedito di opere mai esposto al pubblico rappresenta il nucleo centrale di BI-FACE, personale di Franco Mazzucchelli curata da Sabino Maria Frassà, seconda mostra del ciclo “On Reflection” promosso da Gaggenau e Cramum all’interno del Gaggenau DesignElementi HUB in corso Magenta, 2. La mostra, segue l’altra grande personale “Non ti abbandonerò mai” al Museo del Novecento fino al 10 giugno, e rappresenta una rara se non unica possibilità di conoscere questo ciclo di opere che completa – anche a livello teorico – il fortunato ciclo della Bieca Decorazione. Gli 8 Bifacciali in mostra interrogano il visitatore – con pungente ironia – sul senso stesso dell’arte oggi: “Qual è il futuro dell’arte?”, “Che senso ha ‘fare’ quadri oggi?”, “Quanto conta l’aspetto decorativo nell’arte oggi?”.

I Bifacciali, resi possibili dalla collaborazione dell’artista con la Tornitura Morella, sono quadri, ma non si appendono; sono sculture, ma hanno la forma di un quadro; sono composti di superfici riflettenti, ma non è possibile specchiarcisi. Come spiega Sabino Maria Frassà, “Franco Mazzucchelli con queste opere realizza dei labirinti di forma e contenuto, capovolgendo o azzerando tutte le certezze e i punti di riferimento. Le opere sono indiscutibilmente dei quadri, ma non si appendono. Il fronte e il retro finiscono con il fondersi in un’unica dimensione, in un’unica ‘facciata’ che ha infinite soluzioni di osservazione.

Non solo non esistono più il fronte e il retro del quadro, ma non resiste integro nemmeno il confine tra opera d’arte e ambiente esterno: ciò che è sullo sfondo, al di là dell’opera, è portato in primo piano o all’interno dell’opera grazie all’uso del Pvc trasparente. Allo stesso modo le superfici specchianti portano lo spettatore e l’ambiente circostante dentro l’opera. Infine i ‘piani’ sfasati e l’alternanza tra pareti trasparenti e superfici specchianti portano lo sguardo a perdersi ‘dentro’ l’opera, in quel ‘vuoto’ di aria imprigionato nel pvc ”.


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