Fausto Malcovati

Fausto Malcovati - Il medico, la moglie, l'amante - Marcos y Marcos

Fausto Malcovati “Il medico, la moglie, l’amante” Marcos y Marcos

Come Čechov cornificava la moglie-medicina con l’amante-letteratura

“Čechov ha introdotto nei suoi racconti milioni di persone di tutte le classi, ceti, età da vero democratico, lo capite? Da vero democratico! Nessuno, neanche Tolstoj, ha detto con tanta chiarezza: noi tutti, prima di ogni altra cosa, siamo uomini, capite? Uomini, uomini, uomini. Solo in un secondo tempo siamo vescovi, bottegai, possidenti, operai. Gli uomini sono buoni o cattivi non in quanto vescovi o operai, ma in quanto uomini.”

Vasilij Grossman
Medico al servizio degli altri, si mantiene facendo lo scrittore. Racconti e raccontini gli vengono facili e ci sono giornali che li pagano molto bene. Alcuni sono belli, altri meno, del resto ne scrive tanti e non sempre li firma con il suo nome.
Una lettera gli cambia la vita: voi avete un talento straordinario, gli scrive uno scrittore anziano e autorevole, lo dovete rispettare. Impegnatevi di più, scrivete di meno, smettete di nascondervi dietro gli pseudonimi e la fretta.
È la spinta che Čechov aspettava. Il tempo che dedica alla scrittura non gli sembra più rubato, adesso: rallenta la produzione e approda anche al teatro, da sempre un chiodo fisso.
Scrive da bravo medico, partendo dall’osservazione, dalla diagnosi, dai discorsi della gente che non si stanca mai di ascoltare: sul palcoscenico i suoi dialoghi sono materia viva.
La prima del Gabbiano è un fiasco doloroso, rischia di allontanarlo dalle scene; ma il mondo del teatro, che può dimostrarsi traditore, lo vuole e continua a chiamarlo.
Il teatro gli contende anche Ol’ga, il suo amore unico e tardivo: lei è una grande attrice e deve stare a Mosca, lui è ormai troppo malato per quel freddo impietoso. Nelle loro lettere una conversazione tenera e profonda che nemmeno la morte può fermare.

In queste pagine c’è un uomo che porta sulle spalle le sue fatiche, e leggerissimi, sulla punta delle dita, mille personaggi che parlano, amano, si sposano, viaggiano, discutono e vivranno per sempre.

Fausto Malcovati, profondo conoscitore della cultura russa, si è occupato soprattutto di teatro, conducendo tra l’altro preziose ricerche personali sui maestri della regia russa dell’inizio del XX secolo; suoi la prima biografia di Stanislavskij (Laterza 2004) e il volume Vsevolod E. Mejerchol’d, L’ultimo atto, Interventi, processo e fucilazione (La casa Usher 2011). Ha curato l’edizione italiana di numerose opere di Dostoevskij, Gogol’, Turgenev, Čechov e dei simbolisti russi. Con Maurizio Scaparro ha adattato per il teatro Amerika di Franz Kafka. Ha insegnato letteratura russa nelle università di Pavia, Bari, Milano e Arezzo.

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