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Enrico Deaglio “La zia Irene e l’anarchico Tresca”

Enrico Deaglio "La zia Irene e l'anarchico Tresca" Sellerio Editore

Enrico Deaglio
“La zia Irene e l’anarchico Tresca”
Sellerio Editore

sellerio.it


Anteprima / Scrittori in Città 2018
Oggi a Cuneo, alle ore 18, CDT Sala Polivalente, Largo Barale
“La zia Irene e l’anarchico Tresca” Sellerio Editore
Enrico Deaglio con Paolo Giaccone

prenota il tuo posto: scrittorincitta.it


Un omicidio a New York, i segreti del dopoguerra, il prossimo disastro. Un romanzo dei fatti e della fantasia.

«Si accostò al quadro e gli comparvero geometrie, strutture interne, frecce, cerchi, nomi, legami, doppi legami. […] «“È un quadro di un artista newyorkese, Mark Lombardi. L’unico artista al mondo ad aver avuto l’idea di dipingere il denaro nella sua essenza, la sua velocità, la sua ferocia. Si era dedicato a dipingere il denaro caldo, il grande riciclaggio, l’opacità della finanza, la verità finanziaria”».
Così come il quadro di Lombardi fa con il denaro, questo insolito romanzo di Enrico Deaglio si dedica al mosaico dei rapporti politici, d’affari, criminali che combinano tanti pezzi della storia d’Italia con l’America e soprattutto con la migrazione italiana. Non si tratta soltanto dei segreti dell’invasione alleata o della sovranità limitata ai tempi della guerra fredda: la tesi è proprio che una parte importante dei tanti misteri che hanno orientato il cammino del nostro Paese trova lì le radici, le ragioni, le spiegazioni.
Vicende intrecciate, ritratti di personaggi incredibili, circostanze rivelatrici, con al centro la storia più sconosciuta. Quella di Carlo Tresca, l’anarchico libertario, sindacalista ed alfiere del buon nome italiano Oltreoceano, ucciso l’11 gennaio 1943 da una complessa cospirazione volta a cancellare un popolarissimo protagonista che avrebbe potuto incidere nel dopoguerra italiano. Ma sono tutte vicende, personaggi, circostanze sempre occultati dalla congiura del silenzio. Ragion per cui, Deaglio riveste di pretesto letterario la coincidenza evidente (le coincidenze – diceva Leonardo Sciascia – non esistono), dove «la realtà ufficiale» tace e nasconde.
Siamo negli anni Venti del Duemila – questa la cornice narrativa che è la premonizione del futuro prossimo, nostro e non solo –, grazie all’eredità di una zia, comunista e funzionario dei servizi segreti, Marcello Eucaliptus viene in possesso di una valigia di segreti documenti. La consegna è fatta in un locale sul Tevere. Qui risiedono gli ultimi baluardi opposti alla bancarotta totale verso cui la nazione rotola. Sono gli anziani esponenti dello spionaggio italiano d’antan: gentiluomini e gentildonne navigati, persone colte e intelligenti che si battono per evitare che venga travolto l’ultimo progetto politico ragionevole per l’Italia. In questa prospettiva convincono Marcello a un’impresa proibitiva incardinata appunto sulla verità nascosta del vecchio caso dell’anarchico assassinato.
La zia Irene e l’anarchico Tresca è un romanzo coraggioso nello stile e sorprendente nel contenuto, che mescola il paradosso e l’ironia con la storia vera.

Enrico Deaglio (1947) vive tra Torino e San Francisco. Ha pubblicato in questa «Memoria» Cinque storie quasi vere (1989), Il figlio della professoressa Colomba (1992), Storia vera e terribile tra Sicilia e America (2015) e La zia Irene e l’anarchico Tresca (2018).


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